Fiamme gialle: un mestiere ‘di cervello’

Immagine di repertorio

Un corpo in crescita. Lotta a evasione, fatture false e spaccio

La prima brigata ‘volante’ arriva a Sesto nel lontano 1930 (49 anni dopo la fondazione nazionale). Nel 1950 diventa brigata stanziale, poi tenenza, compagnia e infine, nel 2012, passa a gruppo. L’incremento di uomini e mezzi va di pari passo col riconoscimento di Sesto come una città importante e strategica, vicina alla grande metropoli milanese. Ora il gruppo cittadino ha alle sue dipendenze due compagnie: quella di Gorgonzola e quella di Paderno Dugnano.
La GdF, nelle parole del tenente colonnello Francesco Auriemma, da tre anni a capo del gruppo sestese, è uno «speciale corpo di polizia», alle dirette dipendenze del ministro dell’Economia e delle Finanze.
Nato come corpo che controllava le barriere doganali, adesso i finanzieri (60mila su tutto il territorio nazionale) hanno compiti specifici, che li differenziano da carabinieri e polizia di stato: ha potere di ricerca, prevenzione e repressione di tutte le violazioni tributarie e di spesa pubblica. Dagli scontrini alle fatture false, dal commercio illegale di stupefacenti all’estorsione, all’evasione fiscale compiuta da grandi gruppi o imprese private. «Questo lavoro non è esercitato grazie all’utilizzo della forza – chiarisce il tenente – ma del cervello. Bisogna avere interesse per la matematica e per la giurisprudenza. Ma soprattutto, è necessario essere curiosi». Sì, perché la giornata tipo di una guardia di finanza non è mai uguale a un’altra. Il lavoro si divide fra pattugliamento del territorio, controllo degli esercizi commerciali e lavoro d’ufficio, in cui si verificano segnalazioni, si svolgono indagini e si studia il materiale raccolto nelle perquisizioni. «Certo – aggiunge Auriemma – non mancano arresti e interrogatori, inoltre collaboriamo molto bene con le forze dell’ordine cittadine, soprattutto i carabinieri, durante alcuni eventi con un grande afflusso di pubblico. Un esempio è la nostra presenza durante alcune serate del Carroponte».
Come si accede al corpo? Molto semplicemente, tramite concorso pubblico. «Per il concorso basta essere in possesso del diploma di scuola superiore. Per chi lo supera – spiega Auriemma – ci sono cinque anni di accademia, in cui si fa pratica militare e si studia». E per il tenente colonnello, originario di Napoli e con una lunga esperienza a Salerno e nel Sud Italia, Sesto San Giovanni è un territorio estremamente interessante. «La nostra bella Penisola ha un grosso problema che con il passare degli anni si mantiene, purtroppo, costante: è il commercio illegale di sostanze stupefacenti. Da Nord a Sud costituisce in forme diverse un problema comune, che non è diminuito ma rimane un campo d’indagine importante, sul quale la guardia di finanza concentra molte delle sue forze».


La storia

Il tenente colonnello.
Una vita sull’attenti

È originario della terra verace per eccellenza il tenente colonnello Francesco Auriemma, classe 1968. «Sono nato a Napoli, da unafamiglia media. Ho perso mio padre quando avevo 4 anni e mia mamma faceva l’insegnante». Nonostante tutto, Francesco riesce a studiare e laurearsi, nel 1992, in Giurisprudenza. La passione per il mestiere risale però a qualche anno prima, quando sui banchi dell’istituto per ragionieri il suo professore di Diritto gli trasmette l’interesse per la materia. «Ho fatto però una tesi di laurea in finanza e, appena conclusa l’università, ho tentato con successo il concorso pubblico».. Dopo una vita dedicata alla carriera, quasi tutta nel Sud Italia, il tenente ha messo recentemente al primo posto gli affetti: «Sono sposato e da poco papà: non è facile coniugare un lavoro che ti assorbe molto con la vita familiare. Ma se riesco a seguire i militari – scherza Auriemma – dovrei farcela anche con mia figlia».