‘Tutti più buoni’ è il mese dei volontari

Come si preparano i Comuni all’emergenza freddo

­Dicembre, mese della solidarietà. Non solo frasi fatte e buoni sentimenti impacchettati in vaghi cliché: l’ultimo mese dell’anno è davvero quello in cui il volontariato occupa il centro della scena. Il 5 dicembre infatti, si è festeggiata la Giornata Mondiale del Volontariato e il Csv di Milano ha organizzato una serie di appuntamenti per rendere pubbliche le storie di solidarietà a lieto fine. Come quella di Martina, una pittrice senzatetto riabilitata grazie alla staffetta di solidarietà degli abitanti del quartiere di porta Ticinese. Di storie come quella di Martina ce ne sono molte, gruppi di persone che decidono di investire il proprio tempo per aiutare gli altri. E nella stagione fredda il tempo dedicato a queste attività è ancora più importante: se i mesi più freddi dell’anno sono difficili da sopportare per chi ha una casa calda dove tornare la sera, figuriamoci per i senzatetto. Sono diverse decine di persone a non avere una fissa dimora a Milano e hinterland, per loro l’inverno significa una lotta per la sopravvivenza.
Per evitare il peggio, da Milano a Sesto ogni anno la Croce Rossa si attrezza per mettere in atto un piano ‘emergenza freddo’. «Il piano – spiega Pasquale Crisci, presidente del comitato Cri sestese – è nato nel 2001 in tutta Italia, a seguito di una grande nevicata che aveva colpito diversi Comuni». Il comitato di Sesto risponde a quello centrale di Milano, dove i senzatetto sono accolti in grandi dormitori. «Come due anni fa, anche per questo inverno vogliamo aprire un dormitorio di 5 o 6 posti letto in città, alla Pelucca», afferma Crisci. Il dormitorio non è un’attività meramente assistenziale: spesso con i frequentatori si costruisce un percorso educativo. «Si cena assieme dopo l’entrata, alle 19.30 – raccontano i volontari del comitato sestese che si occupano del progetto – e si richiede il rispetto di alcune regole di pulizia e di cura degli spazi». Per quest’anno, il dormitorio sarà aperto da metà gennaio, ma le attività notturne dei volontari durano 12 mesi. «Tre sere a settimana, una macchina con 4 o 5 volontari percorre le strade di Sesto e della zona Est di Milano, controllando che i senza dimora stiano bene, portandogli coperte, tè caldo e chiacchierando con loro», raccontano i volontari. «A Sesto saranno poco più di una decina, che trovano rifugio soprattutto nelle stazioni e nei parchi. Stiamo in giro ogni notte dalle 21 a mezzanotte circa e cerchiamo di fare un servizio che funga anche da orientamento: spingiamo le persone a usufruire dei servizi offerti dal Comune e delle mense Caritas. Spesso i senza dimora ci conoscono e ci aspettano per chiacchierare. Se li troviamo addormentati però, stiamo ben attenti a non svegliarli: significa che il loro corpo ha raggiunto una temperatura corporea adeguata a sopportare il freddo e turbarli potrebbe essere dannoso».



Cinisello – Beneficenza del pane appena sfornato

Cinisello Balsamo, da anni attenta al fenomeno dell’emergenza freddo, mette in gioco anche quest’anno i volontari di Protezione Civile e Croce Rossa. La prima esce tutte le sere mentre la seconda una volta alla settimana, di venerdì. Entrambe operano anche nella zona di Bresso e Niguarda, dove seguono una quarantina di persone. Da quest’anno, ai volontari delle due associazioni si è aggiunto un altro soggetto: è una panetteria cittadina (il cui il nome è sconosciuto) che ogni venerdì fornisce ai volontari della Cri i prodotti di pane e pasticceria invenduti, da portare ai senzatetto assieme a coperte e bevande calde. Entro i confini di Cinisello sono circa una decina gli homeless assistiti, persone ‘storiche’, che hanno rifiutato un percorso di riabilitazione tramite i servizi sociali. « Per accedere ai dormitori si possono inviare le persone al servizio Casc (Centro Aiuto Stazione Centrale) in via Ferrante Aporti. Inoltre viene messo a disposizione il contatto della protezione civile da chiamare in caso di emergenza o per segnalare persone senza fissa dimora bisognose di intervento: 331.53.21.787», si legge in una nota sul sito del Comune.


Bresso – Appartamenti di sollievo e progetti

«Sono stati messi a disposizione 3 posti letto in un appartamento di sollievo proprio in centro, di fianco al Municipio». Questo il piano del Comune di Bresso per fronteggiare l’emergenza freddo, nelle parole del sindaco Simone Cairo. «Sono stati organizzati anche alcuni incontri con persone borderline che però non erano interessate a un percorso di aiuto», aggiunge Cairo. Per ora la situazione nel Comune di Bresso sembra priva di criticità.


Cusano – «Monitoraggio costante ma nessuna criticità»

Per l’emergenza freddo e i clochard «non sono stati organizzati servizi ad hoc perché a Cusano non ci sono senzatetto, non abbiamo di questi problemi», ha affermato il sindaco Lorenzo Gaiani. Perciò unità di strada, uscite notturne e numeri specifici da chiamare in caso di segnalazioni dei cittadini al momento non sono previsti. La situazione descritta da Gaiani è stata confermata anche da Loris Munizza, coordinatore della Protezione Civile cittadina che ha chiarito: «Cusano è un Comune piccolo, non c’è bisogno di un numero per le segnalazioni perché la situazione viene monitorata quotidianamente dalla polizia locale e dal nostro corpo di volontari: i senzatetto sono notati immediatamente. Ma fino a oggi una sola persona ha avuto bisogno e gli è stata trovata una soluzione di alloggio attraverso una parrocchia cittadina».


La solidarietà passa dal bar del Rondò

Chiunque voglia può aiutare chi è in difficoltà

C’è uno storico bar, proprio di fianco alla fermata della metro Sesto Rondò, due vetrine e un’insegna che recita ‘Bar Decio’. L’ingresso è uno stretto corridoio in cui i clienti si stipano fra gli scaffali e il bancone; nella sala da pranzo ci staranno non più di una decina di tavoli. Può sembrare un luogo modesto, eppure ha lanciato la rivoluzione della gentilezza.
Il Bar Decio, da una ventina di giorni, ha attaccato di fronte alla cassa un cartello che dice semplicemente: «Qui caffè sospeso», senza fronzoli né pietismi. «Chi vuole – spiega Matteo, il titolare del bar – dopo aver consumato il suo ordine, può lasciare una moneta, che usiamo per regalare un caffè, una bottiglietta d’acqua o un panino a persone in difficoltà economica. In questi pochi giorni abbiamo già raccolto 70 euro». Matteo però non si assume il merito dell’iniziativa: «È stata un’idea di un nostro cliente, io l’ho semplicemente accolta». Gianfranco Galasso, promotore del ‘caffè sospeso’ è un ex ragioniere in pensione, che investe il suo tempo nel volontariato: «Il ‘caffè sospeso’ è una pratica che arriva da Napoli e che tutti potrebbero adottare – spiega -. Non si tratta di carità ma della volontà di condividere». Gianfranco non si ferma al Bar Decio ma lancia un appello ai commercianti della città. «Sto cercando un locale dove poter fare il ‘pranzo sospeso’: si raccoglie una quantità di soldi sufficiente a preparare un menù di tutto rispetto e poi si contattano le associazioni di volontariato per offrire un pasto in un ristorante a chi non potrebbe permetterselo». Qualche tempo fa, lo stesso tipo di iniziativa era stata accolta dall’osteria Il Barbagianni di Cinisello Balsamo. «Durante la cena, un giovane papà con il figlio di sette anni al seguito mi ha confidato di essere molto emozionato, perché era la prima volta che riusciva a portare il suo bambino al ristorante. In quel momento – chiosa Galasso – mi sono convinto ancor di più dell’importanza che gesti come questo hanno per la comunità».