Sesto, i numeri della Biopiattaforma che verrà

Il render del progetto della Biopiattaforma di via Manin

Dopo la notizia dell’assegnazione all’azienda Svizzera Tbf della progettazione della futura Biopiattaforma di Sesto San Giovanni, emergono i primi numeri sulla struttura che sarà. Il primo termo impianto per il trattamento dei fanghi valorizzerà 65mila tonnellate di fanghi umidi all’anno pari a 14.100 tonnellate all’anno di fanghi essiccati, interamente prodotti dai depuratori del Gruppo Cap, generando così 11.120 MWh all’anno di calore per il teleriscaldamento e fosforo come fertilizzante. «In questo modo – fanno sapere -, il 75 per cento dei fanghi verrà trasformato in energia e il 25 per cento in fertilizzante. La linea di trattamento della FOrsu invece tratterà 30mila tonnellate all’anno di rifiuti umidi per la produzione di biometano, proveniente dai comuni di Sesto San Giovanni, Pioltello, Cormano, Segrate, Cologno Monzese, cioè i cinque Comuni lombardi che sono parte di Core. Non solo, dai residui solidi delle acque trattate sarà possibile produrre più energia pulita, a fronte di un’evidente riduzione dell’impatto ambientale sul territorio circostante».

Per quanto riguarda invece il termovalorizzatore attualmente in funzione, è prevista una drastica diminuzione dei fumi e delle emissioni dannose (meno del 76 per cento) e l’annullamento delle emissioni climalteranti. «L’avvio dell’impianto non solo consentirà di recuperare materia organica e trasformarla in energia – proseguono -, ma fornirà anche un forte impulso alla raccolta differenziata, portando benefici al territorio sestese in termini ambientali, occupazionali e come volano di crescita e sviluppo sostenibile».