Il Codice Rosso contro la violenza: intervista al commissario capo Moretti

Il Codice Rosso è realtà. Dallo scorso 9 agosto è entrata in vigore la Legge, voluta dal Governo giallo-verde per tutelare con un’arma in più le vittime di violenza domestica e di genere.

Sono diverse le novità che vengono introdotte da questa Legge e per approfondire l’argomento ne abbiamo parlato con il commissario capo della polizia locale di Cinisello Balsamo, Monica Moretti. «Il Codice Rosso – assicura Monica Moretti – ha introdotto tante modifiche importanti, sia dal punto di vista della procedura penale, sia per l’introduzione di quattro nuovi reati che prima venivano sanzionati diversamente».

La prima novità in ambito procedurale riguarda la precedenza nell’avvio del procedimento penale. «Data la gravità del fenomeno – spiega Moretti -, vuol dire che rispetto a un fascicolo riguardante un furto, un maltrattamento viene esaminato prima. È importante perché è un reato contro persone che vanno tutelate. È presente un’attenzione in più». Di fronte a una notizia di reato, altra novità, la polizia giudiziaria deve riferire immediatamente al Pubblico Ministero: in precedenza la polizia giudiziaria valutava il caso, mentre la nuova Legge prevede l’immediata comunicazione, anche per via telefonica. Dall’iscrizione della notizia di reato cominciano i tre giorni in cui il Pubblico Ministero deve ricevere informazioni dalla persona offesa oppure da chi ha fatto denuncia.

«Si è puntata l’attenzione sull’obbligo dei tre giorni, ma bisogna leggere nei dettagli cosa ha introdotto questa Legge. Questo arco temporale può essere prorogato, per esigenza di tutela dei minori, della riservatezza delle indagini o nell’interesse della persona offesa. Esistono casi in cui si deve cercare di agganciare la vittima per metterla in una situazione di protezione e magari ci vuole qualcosa in più di questi tre giorni. La norma è corretta, ma non va generalizzata. Va calata su ogni singolo caso perché è sulla pelle delle donne che si fanno queste cose».

Più attenzione ai casi di violenza, urgenza massima e, soprattutto, la trasmissione obbligatoria dei provvedimenti al giudice civile: «È molto importante – conclude Moretti -. La Legge stabilisce che la parte penale si parli con quella civile: molti di questi reati portano a una separazione. La separazione stessa amplifica e aggrava la situazione: il giudice civile deve decidere i provvedimenti, ma venendo a conoscenza di ogni caso specifico nel suo complesso». I nuovi reati introdotti, infine, riguardano il ‘revenge porn’, le lesioni permanenti al viso, la costrizione o induzione al matrimonio (anche commessa all’estero) e la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare.