Il Termometro Nazionale – L’editoriale del Gazzettino Metropolitano

Ed eccoci giunti al nostro appuntamento con il termometro. Questa settimana proviamo a misurare la temperatura della giustizia, soprattutto penale, non che quella civile sia da meno.

Ma rimaniamo sulla prima, fatta di prigione, arresti, accuse ed errori, di tutto di più. Tempi lunghi, macchinosi, difficili da comprendere soprattutto per chi li subisce, familiari compresi. Non entriamo nel merito di colpevole o innocente, non giudichiamo le sentenze, dato che non spetta a noi. Quello che interessa, immagino a tutti, è una giustizia equa, veloce, trasparente.

I cosiddetti tempi certi dal primo, all’ultimo grado di giudizio, ammesso che tre siano giusti. E poi c’è lei, la più amata e odiata dagli indagati, la prescrizione, troppo lunga per chi vuole essere subito giudicato, al contrario invece per chi opta per allungare i tempi processuali. Insomma, ognuno a modo suo è favorevole all’Istituto della prescrizione che porta all’estinzione di un reato.

E allora cosa fare? Sicura- mente dare dei tempi veloci negli interrogatori, processi, appelli e sentenze, evitando così lungaggini e persone tenute a ‘bagno-maria’ per troppo tempo. A decidere per fortuna è ancora l’uomo e non il computer, anche se calcisticamente parlando, a volte, la Var (moviola in campo) potrebbe tornare utile. Altro discorso ma lo faremo un’altra volta è quello delle intercettazioni telefoniche e ambientali…

L’editoriale del Gazzettino Metropolitano è a cura del direttore Marco Fabriani