Centri antiviolenza: «Per molte donne stare a casa non è sicuro, chiamate»

violenza sulle donne

«Per molte donne #stareacasa non è un invito rassicurante. Il numero nazionale dei centri antiviolenza 1522 è attivo». L’appello arriva da D.i.Re, la rete nazionale che raccoglie 80 organizzazioni che gestiscono centri antiviolenza, con centri anche sul territorio milanese. Il messaggio che sta facendo il giro dei social si rivolge alle donne che subiscono violenza, soprattutto domestica, in questi giorni di emergenza Coronavirus.

«Il messaggio che voglio lanciare alle donne che in questo momento si trovano in una difficoltà maggiore perché vivono situazioni di maltrattamento da parte del partner e sono costrette a stare in casa h24, è che noi dei centri antiviolenza ci siamo: da casa, dal nostro telefono di emergenza, anche via skype laddove possibile, dalle nostre sedi che sono temporaneamente in sospensione. Molte operatrici sono nei centri pur non facendo accoglienza nel rispetto delle regole imposte dal Governo. Chiamate se avete bisogno», dice Antonella Veltri, presidente di D.i.Re all’agenzia di stampa Dire.

Gli studi diffusi da  D.i.Re confermano infatti che il pericolo maggiore nasce proprio tra le mura di casa. L’autore della violenza è il partner nel 56% dei casi, l’ex-partner nel 21% o altro familiare nel 10% dei casi.

Per non smettere di aiutare tutte quelle donne che vivono queste situazioni drammatiche in famiglia, anche durante l’emergenza Covid-19, l’associazione fa sapere che «I centri antiviolenza D.i.Re si sono organizzati nel rispetto del Dpcm sulla prevenzione del contagio, per non lasciare sole le donne in situazioni di violenza». A questo link tutti i contatti, comprese anche le informazioni sulla gestione in questa fase degli sportelli milanesi (in via Piacenza e in via Verona).