Scandalo corruzione a Cinisello: obbligo di firma per altri due esponenti del Pd

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Non solo i domiciliari per l’ex sindaco di Cinisello Balsamo Siria Trezzi e per il marito Roberto Imberti. La stessa misura è stata applicata anche a un imprenditore, la cui identità è ancora ignota.

I fatti risalgono al 2014. Secondo la Guardia di Finanza di Paderno Dugnano che ha gestito le indagini, l’allora amministrazione comunale di Cinisello Balsamo avrebbe infatti proposto a due enti privati uno scambio: il Comune avrebbe messo sul piatto 16 milioni e l’ex Ovocultura, in cambio di alcune aree all’interno del Parco del Grugnotorto.

Così facendo, nelle intenzioni dell’amministrazione comunale, le zone interessate del Grugnotorto sarebbero diventate aree verdi per la cittadinanza, mentre l’ex Ovocultura sarebbe divenuta edificabile.

Ma non è tutto. I provvedimenti predisposti dalla Guardia di Finanza, infatti, riguardano anche altri due esponenti del Partito Democratico di Cinisello Balsamo. Uno dei due all’epoca dei fatti era un cosigliere comunale, mentre il secondo era l’ex assessore ai Lavori Pubblici, e attuale segretario del Pd cinisellese, Ivano Ruffa. Per entrambi è scattato l’obbligo di firma: il consigliere comunale avrebbe infatti ricevuto una somma di denaro, mentre Ruffa soltanto la promessa di riceverli, senza mai effettivamente aver ottenuto la somma.

Il centro commerciale della zona in questione non è in alcun modo coinvolto all’interno delle indagini.