Vasche di laminazione, il Comitato Torrente Seveso contro il progetto

Si torna a discutere sul tema delle vasche di laminazione all’interno del Parco Nord Milano. A prendere posizione contro il progetto è anche il Ccts, Comitato Coordinamento Torrente Seveso, il gruppo costituito da diverse associazioni ambientaliste del Nordmilano (tra cui Legambiente Paderno e Cormano).

Il Ccts afferma che la vasca non sia l’unica soluzione possibile contro le esondazioni del Seveso. «Le vasche di laminazione sono dal punto di vista idraulico, urbanistico, sociale e culturale, un salto all’indietro, una soluzione arretrata e primitiva quanto può essere oggi una cloaca a cielo aperto – dice il gruppo -. La legge regionale n. 4/2016 non la prevede, ma afferma, per la prevenzione del rischio idraulico e delle siccità, il principio e il metodo dell‘invarianza idraulica».

La richiesta del gruppo è che «sia approvato un Piano per l’Invarianza Idraulica. Il passaggio dalle vasche di laminazione all’InvarianzaIdraulica non si può compiere in un solo atto: deve essere studiato e costruito su una solida base tecnica, con una precisa volontà politica. Devono essere definiti i modi e tempi, i passaggi e tappe, risorse economiche un piano di defiscalizzazione che permetta al privato di affrontare i costi di raccolta e stoccaggio delle acque meteoriche».

Inoltre «che il Seveso sia ripulito. Un fiume da decenni abbandonato, avvelenato e sconciato, sia finalmente restituito alla sua condizione naturale e alla sua bellezza. Non si incominci a costruire le vasche prima che siano stati riportati alla legalità gli scarichi abusivi ancora in via di censimento e attribuzione. Il sogno del Parco Fluviale del Seveso può diventare, seppure per tappe e secondo un preciso disegno, una realtà di rinascita ecologica per tutta la Città Metropolitana ed i Comuni a nord est della città».

La proposta è che sia realizzata la vasca di Lentate, si completi il raddoppio del canale scolmatore di Nord Ovest ma che si eviti la vasca di laminazione nel Parco Nord. «Questa vasca, con i suoi 250,000 mc, è la più piccola di tutte, ma comporta la distruzione di un bosco con migliaia di alberi adulti e la cementificazione di 4 ettari di parco. Essa verrebbe realizzata, a poche decine di metri, dal più popoloso quartiere di Bresso e da diverse strutture sensibili, quali due scuole e un asilo nido. Per evidenti buone ragioni questa vasca, che rappresenta solo un quinto dell’intero volume di Piano, può essere facilmente sostituita con l’applicazione della Invarianza Idraulica diffusa: 250 mila m3 di acqua piovana, da raccogliere in tempi e costi paragonabili a quelli della costruzione della vasca di laminazione, nel territorio da Paderno a Milano, possono essere un obiettivo realistico, comprovato dalle realizzazioni di Cap e BrianzAcque», conclude il comitato.