Sesto, Di Stefano passa alla Lega. Salvini: «Se non fosse un buon sindaco lo avrei lasciato ad altri»

Salvini durante l'ultima visita a Sesto San Giovanni, nell'agosto 2020: a sinistra il sindaco Di Stefano e a destra l'eurodeputata leghista e moglie del sindaco, Silvia Sardone.

Un bagno di folla a Sesto San Giovanni per Matteo Salvini. Nella mattinata di martedì 4 agosto il leader della Lega era in città per accogliere ufficialmente il sindaco di Sesto Roberto Di Stefano all’interno del suo partito.

Un passaggio formale tra i banchi della Lega, per il primo cittadino eletto nel 2017 a Sesto San Giovanni con Forza Italia. «Sono abbastanza emozionato – ha commentato Roberto Di Stefano di fronte ai numerosi sestesi presenti -. Oggi è una giornata importantissima per me come sindaco di Sesto San Giovanni perché finalmente ho l’opportunità di entrare nella famiglia della Lega. Abbiamo ereditato l’ex Stalingrado d’Italia: abbiamo vinto con la forza delle idee, restando in mezzo alla strada, nelle periferie, ascoltando e parlando con la gente. In tre anni abbiamo ribaltato il territorio: nel 2017 eravamo la città più insicura della provincia di Milano. Con oltre 700 allontanamenti in tre anni, siamo diventati una delle città più sicure della provincia di Milano».

Di Stefano ha poi ricordato: «Abbiamo rispettato quelli che erano gli accordi del programma elettorale. La mia prima delibera è stata quella dell’eliminazione del progetto della grande moschea che la sinistra voleva fare qui a Sesto San Giovanni. Una situazione che per Sesto era ingestibile. Abbiamo fatto un grande lavoro sull’assegnazione delle case popolari: una situazione che penalizzava i cittadini italiani, i cittadini perbene e gli stranieri regolari. Adesso le case vengono assegnate alle persone in regola che rispettano le graduatorie. Sono orgoglioso di far parte della squadra, grazie a Matteo Salvini».

«Il Governo ha impugnato e bocciato la Legge approvata da Regione Lombardia e applicata a Sesto San Giovanni a proposito di case popolari – ha esordito il leader della Lega Matteo Salvini, raccogliendo le dichiarazioni del sindaco Di Stefano -. Per quanto mi riguarda, prima vengono i cittadini di Sesto e poi vengono i cittadini del resto del mondo». Riguardo alle elezioni che tra il 2015 e il 2018 hanno portato a un ribaltamento politico nel Nordmilano, Salvini ha elogiato il lavoro della Lega: «Sesto, Cinisello e Cologno: si vede come cambiano le cose. Serietà e amore per la propria città».

Dal tema degli sbarchi, passando per la cassa integrazione e la Legge Fornero, fino ad arrivare processo che lo porterà in aula a Catania il prossimo 3 ottobre: «Sono sicuro che rappresenterò tutti in voi in quell’aula di tribunale, per cui saremo tutti in buona compagnia. Più mi processano più mi danno la grinta per lavorare per la mia gente», ha ironizzato Salvini.

Argomento caldo, infine, quello relativo alla sicurezza del territorio: «Non è un tema di destra o sinistra – ha spiegato Salvini -. Se sei una donna o una ragazza, uscire di casa per Sesto e andare a prendere la metropolitana non deve essere una missione che prevede coraggio. Sesto, la Lombardia e l’Italia offrono rispetto, ma in cambio chiedono rispetto».

Il leader della Lega Matteo Salvini ha poi concluso augurando un buon lavoro al primo cittadino Roberto Di Stefano, nuovo rappresentante del suo partito: «Sognamo in grande, se non per noi per i nostri figli. Fino a qualche tempo fa quando qualcuno parlava di Sesto San Giovanni pensava alla fermata della metropolitana tra Milano e Monza. Invece qui c’è una comunità orgogliosa, con una storia importante. Lo so che Roberto Di Stefano è un bravo sindaco, altrimenti lo avrei lasciato a qualcun altro».

Dall’altro lato della piazza, durante gli interventi del sindaco Di Stefano e di Matteo Salvini, è andata in scena una piccola protesta per la presenza del leader della Lega a Sesto San Giovanni. Un manifestante è stato allontanato dalla polizia, mentre un gruppo di contestatori ha protestato al grido di «Sesto non si Lega».