Dietro l’angolo – La rubrica
Sotto i portici di corso Vittorio Emanuele II, all’altezza del civico 29, alzando lo sguardo si può notare una figura in marmo dal volto severo. Il suo nome popolare è Scior Carera, o anche l’Omm de preja, l’uomo di pietra.
Una statua romana
Si tratta di un altorilievo in marmo, probabilmente risalente al III secolo d.C., raffigurante un uomo in toga, elegante nel panneggio ma mutilato: mancano le braccia e la testa non è originale. Fu aggiunta in epoca altomedievale, quando la scultura venne riutilizzata per celebrare Adelmanno Menclozzi, arcivescovo di Milano morto nel 956. L’equivoco durò a lungo. Per secoli i milanesi credettero che quella fosse effettivamente la sua effigie.
Solo nel ‘700 l’erudito Pietro Grazioli notò che l’abito era toga romana, poco adatta a un prelato del Medioevo. Partì quindi una rivalutazione storica. Giovanni Labus, studioso di fine ‘700, ipotizzò che la statua potesse rappresentare un magistrato municipale, vista anche la presenza (oggi scomparsa) di uno scrinium, una sorta di cassetta documentaria posta ai piedi.
La voce del popolo
Ci è arrivata memoria che la statua dell’uomo di pietra venisse usata anche come Pasquino milanese, un punto di riferimento dove i cittadini sfogavano i malumori appendendo versi satirici alla toga o al collo. Una delle rime che è arrivata fino a noi risale ai tempi del pontificato di Pio IX, recita così: Pio nono, / sei buono / ma stai. Buono sì, ma troppo fermo, quasi immobile.
Scior Carera
La statua fu anche ribattezzata Scior Carera per via di un’iscrizione: ‘Carere debet omni vitio qui de vitiis aliorum scribere audet’, ovvero ‘Chi vuole parlare dei vizi altrui, non deve averne lui.’
Nei secoli, la statua ha cambiato casa più volte. Originariamente si trovava alla chiesetta di San Giorgio al Pozzo Bianco, oggi scomparsa, vicino a via San Pietro all’Orto.
Nel ‘600 venne spostata vicino alla chiesa del Corpus Domini. E quando nel 1832 la casa in cui era incassata fu ristrutturata, la si collocò più in alto, per scoraggiare chi vi attaccava ogni giorno nuovi fogli polemici. La sua posizione attuale, sotto i portici di corso Vittorio Emanuele, risale agli anni ’50 del Novecento, con la ristrutturazione del corso dopo i bombardamenti della guerra.
‘Dietro l’angolo’ è la rubrica de Il Gazzettino Metropolitano che racconta storie, curiosità e segreti nascosti di Milano e del suo hinterland, per scoprire angoli insoliti della città.