All’interno del Parco nazionale dello Stelvio, territorio che ospiterà alcune gare delle olimpiadi Milano-Cortina, è stata scoperta la presenza di orme di dinosauro del triassico. Si tratterebbe di pareti rocciose, lunghe 5 km, piene di impronte, rinvenute grazie al fotografo naturalista Elio Della Ferrara.
Stando ai primi studi portati avanti dal Museo di storia naturale di Milano, dal Muse, Museo delle Scienze di Trento e dalla Soprintendenza, la maggior parte delle tracce sarebbe da attribuire a una specie di dinosauri erbivori prosauropodi che vivevano in gruppi su antiche piane di marea. Si tratta di una scoperta importante perché è la prima volta che il dinosauro viene localizzato in Lombardia e soprattutto aldilà della linea insubrica.
Queste le parole di stupore del sindaco di Milano Beppe Sala: «La scoperta della ‘valle dei dinosauri’ nel territorio lombardo è senza dubbio eccezionale per la geologia e la paleontologia. Gli studi che proseguiranno a partire dal ritrovamento di queste orme permetteranno di conoscere meglio la storia del nostro Pianeta e del territorio in cui abitiamo. Sono fiero di sapere che al riconoscimento delle prime impronte di dinosauro e quindi della portata straordinaria di quanto il fotografo Della Ferrera ha immortalato abbia contribuito con grande competenza anche il Museo di Storia Naturale di Milano, grazie allo sguardo attento ed esperto del paleontologo Dal Sasso. A poche settimane dall’apertura delle Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali Milano Cortina 2026, questa scoperta accende un’inattesa quanto affascinante luce sulle montagne della Lombardia».
L’assessore alla Cultura, Tommaso Sacchi, prova grande orgoglio per quanto scoperto: «Questa scoperta straordinaria rappresenta un motivo di orgoglio non solo per la comunità scientifica, ma per tutta Milano e la Lombardia. Il lavoro svolto dal Museo di Storia Naturale di Milano, grazie alla competenza dei suoi ricercatori e alla collaborazione con le istituzioni territoriali, dimostra ancora una volta il valore della nostra città come centro di eccellenza nella ricerca e nella divulgazione scientifica. Ritrovamenti di tale rilevanza sono rarissimi e aprono nuovi scenari per la conoscenza della storia del nostro territorio. Sosterremo con convinzione il lavoro di studio, tutela e valorizzazione di questo sito, affinché possa diventare un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni, ricerca e territorio, e un’eredità culturale per le generazioni future».


