Milano, la cappella di san Bernardino alle Ossa: scheletri come decorazioni

Dietro l’angolo – La rubrica
Nel cuore di Milano, a due passi da Corso Europa e dalla trafficata via Verziere, si trova la cappella di San Bernardino alle Ossa, uno dei luoghi più insoliti e affascinanti della città. Un ossario che lascia a bocca aperta i visitatori per la sua scenografia spettrale.

La cappella si trova accanto alla chiesa omonima, in via San Bernardino, e venne costruita nel XIII secolo accanto a un antico cimitero annesso all’Ospedale del Brolo. Quando lo spazio per le sepolture venne a mancare, si decise di raccogliere e sistemare le ossa in una cappella, nata appunto come ‘ossario’. L’aspetto attuale risale però alla ricostruzione settecentesca, con decorazioni barocche e il famoso rivestimento murario realizzato interamente con resti umani.

Teschi, tibie, femori: migliaia di ossa disposte con precisione ornamentale su pareti, cornici, archi. Due grandi croci formate da crani dominano la scena, mentre al centro dell’altare si trova un groviglio di resti, un ammasso quasi indistinto dove, raccontano le cronache, spicca una figura mummificata, con le braccia scheletriche aperte in un abbraccio eterno.

Le ipotesi sulla provenienza delle ossa sono molteplici. Secondo una tradizione, i resti apparterrebbero a cattolici massacrati in battaglia dagli ariani al tempo di Sant’Ambrogio. Un’altra narrazione li lega alla sanguinosa invasione dei goti e dei borgognoni nel 538, guidati da Uraia, il quale, dopo sei mesi d’assedio, rase al suolo gran parte di Milano e fece strage dei suoi abitanti. La tesi più verosimile, tuttavia, è che le ossa siano state raccolte da vari cimiteri della zona tra cui quelli delle vittime delle epidemie di peste.

A dare un tocco di storia internazionale è Antonio Nonio Colon de Portugal, nobile portoghese e discendente diretto di Cristoforo Colombo, che scelse questa chiesa come luogo di sepoltura nel XVIII secolo. La fama della cappella varcò anche i confini italiani. Nel 1738, Giovanni V del Portogallo rimase talmente colpito dal suo impatto visivo e spirituale da commissionare una replica identica a Lisbona, la Capela dos Ossos, che ancora oggi ne riecheggia l’inquietudine sacra.

‘Dietro l’angolo’ è la rubrica de Il Gazzettino Metropolitano che racconta storie, curiosità e segreti nascosti di Milano e del suo hinterland, per scoprire angoli insoliti della città.