Milano, piazza Beccaria: dal boia al pensiero riformatore

Dietro l’angolo – La rubrica
Passeggiando nel cuore di Milano, a pochi passi dal Duomo, c’è una piazza che racconta due storie intrecciate nello stesso fazzoletto di città. piazza Beccaria non è solo un incrocio urbano affacciato sul traffico e sugli uffici ma un angolo in cui, letteralmente, il boia e il suo più celebre oppositore si sono ritrovati (almeno metaforicamente) faccia a faccia.

Al centro della piazza svetta infatti la statua di Cesare Beccaria, autore di ‘Dei delitti e delle pene’, trattato del 1764 che ha rivoluzionato il diritto penale moderno condannando senza mezzi termini l’uso della tortura e la pena di morte. Scolpita da Giuseppe Grandi nel 1871, la statua riporta una delle frasi più celebri del giurista milanese: «Se dimostrerò non essere la pena di morte né utile, né necessaria, avrò vinta la causa dell’umanità».

Eppure proprio lì dove venne collocata la statua dell’illuminista e riformatore, qualche anno prima sorgeva la casa del carnefice. Uno degli uomini che ha avuto l’incarico di boia della città fu Giovanni Lachner; visse a metà Ottocento e, raccontano le cronache che per non essere riconosciuto in abiti civili, si legasse sotto il mento una folta barba rossiccia posticcia. Viene descritto ‘d’animo perverso e vile’ e la sua casa era poco più che una catapecchia.

Il palazzo che affaccia sulla piazza, oggi sede della polizia locale, era un tempo il palazzo del Capitano di Giustizia, dove spagnoli e austriaci hanno amministrato il diritto con severità esemplare. Da lì passavano processi, condanne e, spesso, esecuzioni. Oggi, invece, ospita i cosiddetti ‘ghisa’, i vigili milanesi così chiamati per i cappelli a cilindro delle prime divise, che ricordavano i tubi in ghisa delle stufe.Attorno a Cesare Beccaria aleggia una leggenda, probabilmente falsa, ma irresistibile. Pare che, derubato da un servo, lo stesso Beccaria abbia tentato di far condannare l’uomo a morte. Un aneddoto che suona più come una maldicenza d’epoca che non come una smentita delle sue convinzioni.

‘Dietro l’angolo’ è la rubrica de Il Gazzettino Metropolitano che racconta storie, curiosità e segreti nascosti di Milano e del suo hinterland, per scoprire angoli insoliti della città.