Dietro l’angolo – La rubrica
Nel cuore di Milano, a pochi passi da Corso Italia, c’è una piazza che ha attraversato secoli di trasformazioni radicali. Piazza Sant’Eufemia, oggi angolo tranquillo affacciato su due chiese, fu un tempo uno dei quartieri più chiacchierati della città e la sua storia si intreccia con quella di una donna potente e controversa: Ludovica Torelli, contessa di Guastalla.
Nel ‘400, l’area intorno alla basilica di Sant’Eufemia era nota per la presenza di case di piacere. Amedeo Meneses Silva, religioso portoghese, ne aveva parlato con toni profetici, auspicando che quella ‘mandra di femmine impudiche’ si trasformasse in un luogo di purezza. Un secolo dopo, quella profezia prese forma grazie all’iniziativa di Ludovica Torelli, figura straordinaria per temperamento, fede e influenza politica.
Rimasta vedova due volte a soli 25 anni fu oggetto di pressioni familiari per risposarsi o entrare in convento, Ludovica resistette. Scrisse Il biografo Carlo Gregorio Rosignoli che «ad ogni spietato assalto… stette sempre ferma come uno scoglia alla tempesta…». Vendette i suoi feudi al duca Ferrante Gonzaga e investì parte della fortuna nella creazione dell’ordine delle Angeliche di San Paolo.
A metà del ‘500 comprò i terreni intorno a Sant’Eufemia, compresi gli edifici legati alla prostituzione, e li fece radere al suolo. Al loro posto fece costruire la chiesa di San Paolo Converso, inaugurata con una processione penitenziale delle Angeliche, in abiti austeri e con corde al collo e un velo nero sul viso. Ludovica Torelli, divenuta Paola Maria, voleva un modello nuovo di femminilità religiosa, attiva nel mondo ma fedele al Vangelo.
Le Angeliche erano inizialmente un ordine non di clausura, dedito alla cura dei malati e alla sorveglianza delle monache claustrali. Ma l’autonomia dell’iniziativa le attirò l’attenzione del Santo Uffizio, che la costrinse a ritirarsi dal convento. Torelli non rinunciò però al suo progetto educativo: nel 1557 fondò il Collegio della Guastalla, un istituto per giovani nobili, dotato di rendite proprie e costruito vicino ai navigli, con orti, animali e persino una peschiera barocca, ancora visibile nel giardino della Guastalla. Il quartiere che un tempo incarnava il piacere mondano fu così rifondato come luogo di rigore, educazione e carità.
‘Dietro l’angolo’ è la rubrica de Il Gazzettino Metropolitano che racconta storie, curiosità e segreti nascosti di Milano e del suo hinterland, per scoprire angoli insoliti della città.