Dietro l’angolo – La rubrica
Nel cuore del centro storico di Milano, a pochi passi da via Dante e da piazza Cordusio, si apre piazza Borromeo dove ogni angolo racconta un frammento della città.
A dominare la piazza ci sono due edifici. Da un lato il Palazzo Borromeo, costruito in stile gotico nel ‘400 per volontà di Giovanni Borromeo e ampliato da Vitaliano, con la facciata in mattoni a vista sopravvissuta ai bombardamenti del 1943. Dall’altro, la chiesa di Santa Maria Podone, tre navate di storia che risale all’Alto Medioevo e che a metà del 400 fu acquistata dai Borromeo, che vi fecero costruire la propria cappella gentilizia. Dal 2012 l’edificio è la sede della comunità ortodossa.
Sono molti gli episodi che si possono raccontare legati alla storia della piazza ma quello forse più significativo fu l’attentato a Carlo Borromeo. Nel 1569, il cardinale e arcivescovo, incaricato dal Papa di riformare l’ordine degli Umiliati, divenne bersaglio di un tentato omicidio. Un frate ribelle, noto come il Farina, tentò di ucciderlo sparando un colpo di archibugio mentre il cardinale era in preghiera. Il proiettile non lo colpì e San Carlo rimase illeso, ma la vicenda ebbe un epilogo cruento: i cospiratori furono catturati, processati e giustiziati.
Passeggiando nella piazza, è impossibile non notare la statua in rame di San Carlo, opera dello scultore Bussola e collocata originariamente in piazza Cordusio. Venne spostata intorno al 1770 perchè, si racconta, un governatore di Milano ne era infastidito continuando a urtarla con la carrozza. Un giorno sbottò dicendo che quella figura ingombrante se la prendessero pure i Borromeo e la mettessero nella loro piazza. E così fu.
Le leggende non finiscono qui. Sotto il basamento della statua furono ritrovati otri di terra riempiti di un olio che si credeva miracoloso contro i morsi di vipera. Il conte Gilberto V Borromeo li fece portare e conservare nelle cantine del palazzo. Durante le turbolenze del 1848, i soldati croati di passaggio non resistettero alla curiosità: si racconta che bevvero quell’olio ‘antivipera’, senza che si sapesse mai con certezza quali effetti ebbe su di loro. Gli otri sono scomparsi da tempo, ma la storia si tramanda ancora.
In una stanza affrescata del palazzo compaiono anche scene di giochi della società del tempo, tra cui lo ‘sgura la tazza’, un passatempo infantile milanese simile al toscano ‘guancialino d’oro’. Il gioco consisteva nell’indovinare chi avesse dato un leggero colpo sulla schiena del prescelto, il tutto accompagnato da una breve filastrocca ‘Sgura la tazza, Ngurela ti. Dagh on pugn, Va via de li’.
‘Dietro l’angolo’ è la rubrica de Il Gazzettino Metropolitano che racconta storie, curiosità e segreti nascosti di Milano e del suo hinterland, per scoprire angoli insoliti della città.