È stato intitolato, oggi, il parco del Giambellino a Milano ad Alan Kurdi, il bambino siriano morto nelle acque dell’Egeo nel 2015.
L’immagine del suo corpo, pantaloncini blu e maglietta rossa, esanime sulla costa di Bodrum in Turchia ha fatto il giro del mondo. È diventata il simbolo della condizione dei migranti e di tutto quello che sono costretti a fare per mettersi in salvo. Un mese fa nello stesso parco c’è stata l’inaugurazione del murale in cui i ragazzi hanno dipinto Alan abbracciato a un altro bambino.
Alla cerimonia di intitolazione hanno preso parte l’assessore alla cultura di Milano Tommaso Sacchi, il presidente del municipio 6 di Milano Santo Minniti, il rappresentante della comunità curda milanese Serkan Sultan, una volontaria del centro diurno educativo Creta e una rappresentante del quartiere. Insieme a loro anche i bambini e le bambine degli istituti comprensivi della zona che durante la giornata hanno partecipato a dei laboratori sul tema dell’accoglienza guidati dalla Onlus Resq che si occupa dei migranti che naufragano nel Mediterraneo.
«La promessa fatta un anno fa con il Municipio 6 è stata mantenuta. Da oggi il parco del Giambellino è Parco Alan Kurdi. Una intitolazione importante che mi commuove particolarmente trattandosi della memoria di un bambino di tre anni, morto tra le acque del Mediterraneo durante uno dei tanti tragici viaggi in cerca di speranza e salvezza. La scelta di questo luogo così bello, dove i bambini e le bambine del quartiere possono giocare tra loro e vivere con gioia la loro infanzia è un monito per tutti noi. Soprattutto in un momento storico segnato dai conflitti come quello inaccettabile e violentissimo che sta radendo al suolo Gaza. A difendere i loro diritti sempre e lasciare memoria, come nel caso di Alan Kurdi, di quanto ancora si debba fare per una vera e concreta uguaglianza. Almeno per loro» ha dichiarato l’assessore alla Cultura, Tommaso Sacchi.