Sesto, il Comune scrive al Prefetto: «Servono misure speciali contro le spedizioni punitive»

Dopo una serie di episodi violenti avvenuti nel quartiere Rondò-Torretta, il Comune di Sesto San Giovanni ha inviato una richiesta ufficiale al Prefetto di Milano per innalzare i livelli di sicurezza in città.

La decisione arriva a seguito di diverse segnalazioni di risse, spedizioni punitive e atti vandalici che, nelle ultime settimane hanno generato forte preoccupazione tra i cittadini e i commercianti. Tra gli episodi più gravi, il Comune cita quanto accaduto in piazza IV Novembre, dove un uomo avrebbe istigato un cane di grossa taglia contro un carabiniere per ostacolare un controllo. Un fatto che, secondo l’amministrazione, testimonia l’escalation di violenza nella zona e la necessità di un intervento deciso da parte delle autorità sovracomunali.

«Non siamo più davanti a un problema di semplice sicurezza urbana – ha dichiarato il sindaco Roberto Di Stefano -. Ci troviamo di fronte a soggetti noti alle forze dell’ordine, spesso già arrestati e poi rilasciati dopo pochi giorni. È fondamentale che chi delinque paghi davvero, con certezza della pena».

L’amministrazione sottolinea di aver già potenziato i controlli, con pattugliamenti serali della polizia locale sia in divisa che in borghese, l’impiego di unità cinofile antidroga, bodycam, taser e telecamere collegate alla centrale operativa. È stato inoltre avviato un ‘Programma sicurezza’ per aumentare l’organico della polizia locale, con l’obiettivo di raggiungere un agente ogni mille abitanti.

Nonostante gli sforzi, il sindaco chiede un’azione più incisiva da parte dello Stato: «Un sindaco non ha il potere di detenere, espellere o smantellare organizzazioni criminali. Tutto quello che possiamo fare lo stiamo facendo e continueremo a farlo, ma è necessario un segnale forte da parte della Prefettura e delle autorità competenti». Le aree considerate più critiche, oltre a piazza IV Novembre, sono piazza Trento e Trieste, via Marconi, via XX Settembre e via Fratelli Bandiera. Il Comune ritiene che non si tratti più di episodi isolati ma di «azioni sistematiche riconducibili alla criminalità organizzata».