Dietro l’angolo – La rubrica
A pochi passi da piazza Cordusio, nel cuore di Milano, si snoda via Meravigli, una strada che oggi scorre elegante e silenziosa tra palazzi ottocenteschi e uffici, ma che nei secoli ha visto passare santi, congiurati e nobili senza scrupoli.
Una famiglia potente
Il nome della via deriva da una famiglia nobile, i Meravigli (o Maraviglia, o Mirabilii), che nel Medioevo possedeva qui la propria dimora. I Meravigli erano ricchi, influenti e, secondo le cronache, poco inclini alla modestia. Nel 1281 provocarono addirittura un interdetto papale su tutta Milano, dopo aver offeso il monastero di Pontida. Solo un atto di riparazione pubblica restituì la pace alla città, segno di quanto la loro arroganza avesse inciso nel tessuto civico e religioso dell’epoca.
Francesco Meravigli, il credenziere senza scrupoli
Tra le figure più controverse spicca Francesco Meravigli, credenziere ducale, ricordato per un atto di tradimento: fu lui a consegnare alla giustizia Gerolamo Olgiati, uno dei congiurati responsabili dell’assassinio di Galeazzo Maria Sforza. Olgiati, inizialmente sfuggito alla vendetta ducale, trovò rifugio grazie a una serva che lo nascose in casa di un orefice. Ma qualcuno lo denunciò, e Meravigli, anziché esercitare pietà, scelse di consegnarlo in cambio della taglia di 500 ducati d’oro. Un episodio che macchiò per sempre la reputazione della famiglia.
Alberto Meravigli, il diplomatico provocatore
Un secolo più tardi, un altro discendente, Alberto Meravigli, si ritrovò coinvolto in una vicenda internazionale. Dopo la caduta di Ludovico il Moro, passò al servizio di Francesco I di Francia, che lo inviò a Milano per riallacciare rapporti con Massimiliano Sforza, figlio del Moro. L’ambasciatore, abile ma imprudente, suscitò i sospetti di Carlo V, che ne intuì i doppi giochi.
La situazione degenerò in tragedia quando Alberto, forse per una lite d’onore o forse per un intrigo orchestrato a tavolino, uccise un gentiluomo dello Sforza, tale Castiglione, in una rissa. Arrestato il giorno seguente, fu decapitato il 7 luglio 1533 e il suo corpo esposto sul Broletto, monito per chi avesse dimenticato che la politica, a Milano, sapeva essere letale.
Oggi della famiglia Meravigli non resta che il nome inciso sulle targhe, ma resta l’aurea di una strada milanese che custodisce mito e cronaca della città.
‘Dietro l’angolo’ è la rubrica de Il Gazzettino Metropolitano che racconta storie, curiosità e segreti nascosti di Milano e del suo hinterland, per scoprire angoli insoliti della città.


