Aurevoir Sòfia, la band di Cinisello torna con ‘Scuola Sòfia’

A un passo dall’uscita del loro secondo album ‘Scuola Sòfia’, disponibile dal 21 novembre per Kick&Snare, gli Aurevoir Sòfia arrivano alla fine di un 2025 che li ha visti crescere in modo evidente. Dal palco dello Sziget Festival, conquistato vincendo il Festival Pass tra oltre 600 artisti, ai live al Colours of Ostrava, all’AteneiKa e al Primo Maggio Barese: «Abbiamo calcato palchi che sognavamo e il 2025 in generale è stato un bel tassello nella nostra crescita», racconta al Gazzettino Metropolitano il frontman della band Luca D’Aniello.

Il gruppo, nato nelle sale prova di Cinisello Balsamo, sta consolidando la propria presenza nella scena alternative punk italiana.Un’ascesa che arriva dopo anni di duro lavoro. «Abbiamo suonato ovunque, anche per nulla – racconta D’Aniello, voce e autore dei testi – fa parte del nostro modo di intendere la musica. Stare insieme, trovare il modo di esprimersi, costruire qualcosa che abbia senso per noi prima di tutto».

Scuola Sòfia è un lavoro più personale rispetto all’esordio di Wither. «Se dovessimo usare una parola per definire il nuovo album sarebbe coraggio» spiega D’Aniello. Un coraggio che gli Aurevoir Sòfia rivendicano nella scrittura, nelle scelte sonore e perfino nell’uso delle lingue. ‘Cadillac II’, uscita nel 2024, è stato il primo esperimento esplicito: un brano che unisce tre lingue, un gesto controcorrente nella scena punk-hardcore, spinto da un forte desiderio di rivalsa, in cui la band ‘alza la testa e prova a prendersi i suoi spazi nonostante tutto’, recita il testo. «Non avevamo band di riferimento che usassero più lingue con le nostre sonorità – racconta -. ‘Cadillac II’ era già una sfida. D’Aniello lo ribadisce: «Il senso di rivalsa ce lo portiamo dietro da sempre e forse è anche questo che ci lega. Quello che abbiamo vissuto con i Sòfia e con tutte le band precedenti è una tensione atavica, una spinta all’evoluzione, alla sperimentazione, alla crescita».

‘Scuola Sòfia’ si discosta dal lavoro precedente, adotta nuove sonorità e si prende lo spazio per dichiarare l’identità della band e utilizza di più l’italiano nei testi: «Abbiamo smesso di imitare e ci siamo concentrati su come suoniamo davvero noi». La traccia ‘Comunque lo stesso’, uscita nel 2024 e presente nel nuovo album, aveva già segnato una svolta nella loro produzione artistica «All’inizio ci sembrava troppo diverso, ma poi abbiamo deciso di tenerlo: era vero, veniva dalla creatività di noi cinque, e quindi valido».

Luca D’Aniello (voce), Luca Monopoli (chitarra), Roberto Giannetta (chitarra), Michele Strammiello (basso) e Federico Villa (batteria) hanno gusti, età e influenze diverse, ma una visione condivisa della musica: ‘Una continua evoluzione’.
Il cantante non lo nasconde: «Più suono ai live, più mi viene l’ansia da prestazione. È il vero gioco: convivere con le aspettative degli altri e restare te stesso, anche quando sembra più facile diventare la copia di qualcuno».
Un tema centrale anche in brani come Copie di copie, o nella frase chiave di Comunque lo stesso: ‘Sarebbe stato uno sbaglio se non fossi stato me stesso’.

Nel nuovo album c’è spazio anche per Cinisello Balsamo, quel 20092 che dà il titolo a uno dei brani.Cantano: ‘Anche se non l’ho scelto, questo è il posto per me’. «Quando eravamo più giovani ci sembrava che tutto accadesse a Milano – prosegue D’Aniello -. Poi capisci che quello che hai vissuto te lo porti addosso, ti forma. Ora torniamo ancora a provare nella stessa sala di Cinisello e ci sentiamo a casa». Il brano, nato quasi per gioco, ha un sound più pop rispetto alle altre tracce: un’ulteriore sperimentazione in cui «ognuno può riconoscersi».

Gli Aurevoir Sòfia presenteranno Scuola Sòfia il 29 novembre, con un release party al Rock’n’Roll di Milano. Il preorder dell’album è già attivo, mentre il 2026 sarà un anno di nuovi concerti in giro per l’Italia.