Centro diurno disabili di Sesto: ecco le ‘frequenze arcobaleno’

Alla diretta si affianca anche la fanzina ‘Radioletta’

di Teo Amelia

Tante frequenze diverse, come i colori dell’arcobaleno. Le frequenze arcobaleno sono quelle degli ospiti del centro diurno disabili di Sesto: ragazzi e ragazze di qualsiasi età, dai più giovani agli adulti, che cinque giorni a settimana vengono accolti nei centri ‘mimosa’ e ‘magnolia’ di via Boccaccio.

Da quest’anno gli ospiti del Cdd hanno deciso di raccontarsi nella trasmissione
‘Radio arcobaleno’ ai microfoni della web radio Sestonetwork. «Gli obiettivi
di ogni ragazzo sono molto diversi a seconda delle proprie abilità – spiega la
responsabile del centro Angelica Montini -, per tutti però uscire dai locali, esplorare
la realtà che ci circonda e restituire qualche cosa alla città è fondamentale. Il messaggio
è quello di essere protagonisti: con il nostro contributo la radio offre di una
rubrica in più».

Non solo una trasmissione ‘parlata’, gli ospiti hanno deciso anche di stampare una sorta di fanzina, la ‘radioletta’ frutto delle discussioni preparatorie alla diretta del programma,
che si tengono ogni settimana per due ore. «Si sono divisi in quattro gruppi di
lavoro – racconta l’operatrice Ludmilla Brillo -, di circa 7 persone a gruppo. Due
scrivono la scaletta e parlano ai microfoni della radio. Un gruppo registra ‘da remoto’
alcuni contenuti e altri ancora portano i contenuti visivi: illustrazioni e disegni a
tema che vengono pubblicati sulla radioletta». La trasmissione è realizzata grazie anche
al lavoro di Francesco Grande, che lavora alla Biblioteca dei Ragazzi. «Prima di
ogni diretta – continua Ludmilla -, Francesco viene qui al centro e fa una prova generale.
Al progetto partecipano moltissimi ospiti: 30 su 48, anche se non tutti parlano durante
la diretta, che dura ben un’ora e mezza e si fa due o tre volte all’anno». Gli spazi
di registrazione sono infatti molto piccoli e solo due gruppi di ragazzi si recano a
Spazio Arte. «È un peccato non avere la strumentazione in loco – commenta l’operatrice – ma non ci lamentiamo, è un’esperienza davvero formativa, che permette ai ragazzi di migliorare la propria capacità di espressione e sopportare le piccole frustrazioni come il rispetto dei turni di parola».