Editoriale del Gazzettino Metropolitano – Il Termometro nazionale

Chi va, chi viene e chi rimane. Questo più o meno il valzer della politica italiana. Dopo l’addio di Giovanni Toti da Forza Italia e la nascita del suo movimento ‘Cambiamo’, anche a sinistra acque agitate.

A lasciare questa volta è Matteo Renzi, che dice addio al Pd, ma non al Governo, portando con sé una quarantina di parlamentari pronti a fare l’ago della bilancia con il nuovo partito ‘Italia viva’! Lui che spiazzato dal possibile voto anticipato, non avendo più la certezza delle candidature dei suoi, aveva giocato d’anticipo, cercando l’alleanza con i grillini, poi riuscita.

Chissà, quale strategia politica per l’ex Premier e segretario. L’unica certezza è l’ennesimo indebolimento del Pd, una sorta di castello di sabbia, che ogni qualvolta che arriva in cima, ha qualche cedimento. Matteo Renzi, questo è chiaro non ci sta a fare il gregario, si sente Coppi (pochi giorni fa il 15 settembre il campionissimo avrebbe compiuto 100 anni) pronto alla scalata. Al momento prende tempo, non è pronto con la sua squadra alle elezioni anticipate, rischierebbe di non raggiungere il quorum. Insomma, difficile immaginarlo in futuro in una collaborazione con il Pd del segretario Nicola Zingaretti dopo una separazione non consensuale.

E allora con chi dialogherà Matteo Renzi, forse Silvio Berlusconi, con un unico nome ‘Forza Italia viva’, entrambi con voglia di riscatto? E quale sarà l’elettorato su cui fare presa? Gli italiani lo hanno premiato alle europee del 2014 da fresco segretario del Pd, poi il resto è cronaca… compreso il flop dei referendum. Ma in politica, mai dire mai, tutto può accadere!

L’editoriale dal Gazzettino Metropolitano è a cura del direttore Marco Fabriani