Sigarette elettroniche: un video per parlarne

Da qualche giorno i cinque decessi di utilizzatori di sigarette elettroniche che si sono registrati negli Stati Uniti hanno conquistato ampio spazio nell’opinione pubblica italiana.

A provare a far luce sulla questione sono stati i ragazzi di Cinisello Balsamo di Indipendent Smoke. Attraverso un video sulla loro pagina Facebook (diventato virale in pochi giorni, con oltre 500 condivisioni e quasi 13mila visualizzazioni), i cinisellesi hanno preso una posizione sull’argomento: «La premessa da fare – spiega Christian Longo, titolare di Indipendent Smoke  – è che negli Stati Uniti qualcuno, che è poi stato arrestato, si è messo a estrarre il thc dalla marijuana, utilizzando oli derivati, e modificando la composizione dei liquidi. Ci sono stati 450 casi di persone ammalate con 5 morti, ma sono tutti quanti dovuti all’uso di queste sostanze e non alla sigaretta elettronica».

Una paura diffusa che ha toccato da vicino anche il Nordmilano, dove molti utilizzatori si sono recati nei negozi specializzati per chiedere informazioni più precise. «Ovviamente è sempre preferibile non fumare – precisa il titolare – e non invitiamo certo i non fumatori a intraprendere questa strada. Ma tra la sigaretta tradizionale e l’elettronica, i dati sono a vantaggio di quest’ultima. L’idea del video nasce da scene che oggi viviamo nel quotidiano. Tutti i giorni arrivano persone che ci dicono di aver ricevuto da amici o parenti delle notizie su quanto sta accadendo nel mondo. Un conto è dirlo a parole, un altro è raccontarlo nel video in una maniera anche più simpatica».

Anche per questo motivo, non si esclude che questo efficace metodo comunicativo venga replicato anche in futuro per continuare a informare e sensibilizzare sul tema. «Sicuramente cercheremo di fare altri video, per dare spiegazioni sempre più dettagliate – assicura Longo -. Stiamo già cercando di mettere insieme delle idee per portare avanti questo progetto, perché ci siamo resi conto che attraverso questo primo video molte persone sono riuscite a capire come stanno veramente le cose». Infine, da parte di Longo una precisazione: «La nota positiva del clamore mediatico intorno alla sigaretta elettronica è che ha portato in Italia a mettere dei controlli molto stretti sulla produzione dei liquidi. La normativa è molto chiara e non permette errori».

Il parere medico dell’esperto

«La sigaretta elettronica nasce dall’idea di un farmacista cinese che non riusciva a smettere di fumare». A dichiararlo è il dottor Fabio Beatrice, direttore del Cento Antifumo dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino. «Questo farmacista – continua Beatrice – creò un altro modo di assumere nicotina. La sigaretta elettronica nasce per ridurre i danni della combustione, consentendo al fumatore di continuare ad assumere nicotina al netto dei prodotti della combustione».

Perché in questi casi è doveroso fare una precisazione: «L’obiettivo deve essere sempre quello di smettere definitivamente, ma non è semplice perché la nicotina che entra nel cervello chiede poi di essere assunta. Questo non significa che la sigaretta elettronica è innocua e fa bene. Ma se un fumatore non riesce a smettere, quanto meno può ridurre del 95 per cento la tossicità».

Il dottor Beatrice, infine, indica la strada a tutti quelle persone che hanno intenzione di provare ad abbandonare definitivamente il fumo: «Da solo non riesce nessuno. Per smettere bisogna rivolgersi a un centro antifumo: in Italia ne esistono 289, di cui 38 in Lombardia censiti dall’Istituto Superiore di Sanità. Chiedendo aiuto si riesce quasi nella metà dei casi a smettere. Nell’altra metà dei casi allora si può aprire una finestra sul discorso della stabilizzazione del rischio, passando a una sigaretta elettronica. Bisogna che i medici siano preparati a tutto ciò, altrimenti il fumatore normale si allontana».

Il numero verde per conoscere il centro antifumo più vicino è 800.554.088.

Gli studi scientifici della Gran Bretagna

Il tema delle sigarette elettroniche non è di stretta attualità solamente in Italia. «In Gran Bretagna – spiega Chirstian Longo  – lo Stato ha deciso di combattere il fumo, promuovendo l’uso della sigaretta elettronica». Dichiarazioni che trovano conferma nelle parole del dottor Fabio Beatrice, direttore del Centro Antifumo dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino.  «Sono più di 100 gli studi scientifici messi a punto nel 2015 dalla Gran Bretagna – spiega il dottor Fabio Beatrice – . Tutti i risultati sono stati poi confermati anche nel 2018: la sigaretta elettronica riduce la tossicità del normale fumo del 95 per cento, l’obiettivo dev’essere sempre quello di smettere di fumare. È un dato medico che non può essere ignorato. Senza la combustione della sigaretta tradizionale, quella elettronica elimina il monossido di carbonio, non è cancerogena e non presenta radioattività, a differenza del fumo normale. Inoltre, riduce la quantità di nicotina che viene assunta».