Scissione, cambia la geografia Pd: le opinioni dal Nordmilano

C’è chi grida al tradimento e chi sostiene che fosse una mossa necessaria. La scissione di Matteo Renzi e dei renziani dal Pd è comunque un evento che ha sconvolto il mondo politico del centrosinistra, all’indomani del giuramento dei Sottosegretari del neo Governo giallo rosso.

Ricapitolando: il 16 settembre, intervistato dal quotidiano La Repubblica, Matteo Renzi annuncia l’uscita dal Pd. Il giorno dopo la nuova formazione partitica ha un nome, si chiama ‘Italia Viva’ e ne fanno ora parte 41 parlamentari tra deputati e senatori.

Ciò che costituisce un paradosso per alcuni è che l’ex segretario Pd ha annunciato la scissione dopo un’intera estate trascorsa a lavorare gomito a gomito con le diverse correnti Pd nell’accordo di governo con i 5 Stelle. Nel Pd milanese non sono poche le adesioni a Italia Viva.

Per il momento 6 deputati eletti nella circoscrizione lombarda lasciano il Pd per unirsi al nuovo gruppo, che comunque garantisce il sostegno al Governo in carica. Cosa ne sarà a questo punto della base del partito, come verranno scossi dalla notizia i direttivi e i circoli locali, già duramente penalizzati alle ultime elezioni comunali? Lo abbiamo chiesto ad alcuni consiglieri Pd , che per ora non si dicono «particolarmente preoccupati» di eventuali ‘fuoriuscite’.

Cusano, Agostino Maestri: «Nessuna ricaduta»
«Una scissione è sempre qualcosa che provoca amarezza e indebolisce una forza politica, oltre a provocare un senso di disorientamento nel proprio elettorato. Pur non condividendo la scelta politica, da parte nostra non ci sarà la volontà di vedere Italia Viva come un’antagonista o un avversario, ci auguriamo invece possa essere un soggetto politico che vada a parlare a quei pezzi di società dove il Pd non riusciva ad arrivare. Rimanendo sempre saldamente nel campo del centrosinistra e del mondo progressista. Per quanto riguarda nello specifico Cusano Milanino le ricadute non vi sono. A oggi non si registrano fuoriuscite nel coordinamento di circolo, nel gruppo consiliare e tra i nostri iscritti. Non escludiamo il dato possa cambiare, ma siamo convinti il Pd cusanese porterà avanti lo spirito unitario e poco correntizio che da sempre contraddistingue il nostro circolo».

Bresso, Ugo Vecchiarelli: «Nulla di politico»
«Quella chiamata da Matteo Renzi è una scissione sbagliata e personale, che non ha quasi nulla di politico. Dodici anni fa, chi ha voluto fondare il Pd ha scelto di unire anime diverse nella contaminazione una dell’altra, anche e soprattutto nei territori. In ogni caso, dopo aver sentito il coordinatore di zona del Pd, posso assicurare che le uscite dichiarate si contano sulle dita di una mano», rassicura così l’elettorato cittadino Ugo Vecchiarelli, consigliere ed ex sindaco di Bresso. «Qui in città solo due iscritti hanno comunicato che sarebbero andati via. All’assemblea cittadina appena trascorsa però, ci sono stati due nuovi tesserati, quindi si può dire che abbiamo recuperato. Inoltre il 4, 5 e 6 ottobre saremo presenti con gazebo sul territorio, in occasione della sagra del Pilastrello».

Sesto, Roberta Perego: «Prova di forza?»
La posizione della capogruppo Pd a Sesto è di netto rammarico per la scissione. Roberta Perego, per spiegarsi, fa un passo indietro a quando Matteo Richetti lasciava il Pd qualche settimana fa. «Lo faceva mettendo in luce quelle che sono le domande di tutti noi: come possiamo essere credibili se facciamo esattamente il contrario di quello che abbiamo detto ieri? Come possiamo essere certi che il Pd non si snaturi e dissolva in queste alleanze? Lo faceva dando voce al disagio di molti. Ma io nella scelta di Matteo Renzi non ritrovo nulla di tutto questo. Renzi e chi lo sta seguendo non ha espresso perplessità nei luoghi in cui doveva essere fatto (la Direzione). E ha votato convintamente la costituzione del governo. E quindi dove sta il perché nobile, il perché ‘politico’ e non di mera prova di forza?».

Cinisello, Andrea Catania: «Pochi sono usciti»
«Non condivido le ragioni di questa scissione, sia a livello nazionale che locale, dove tuttavia in pochi hanno deciso di uscire», sostiene Andrea Catania, consigliere Pd ed ex assessore alla Cultura. «In ogni caso – continua – i nostri avversari restano la Lega e questa destra che a Cinisello Balsamo sta dimostrando solo di saper vivere di rendita senza costruire nulla di nuovo per la città. Come Pd continueremo a lavorare per costruire una proposta alternativa insieme a tutte le forze di opposizione che credono che lotta alle disuguaglianze, scuola, ambiente e lavoro siano le priorità di Cinisello Balsamo ».


Servizio a cura di Noemi Tediosi