Da quando è entrato in vigore, a luglio scorso, il nuovo sistema tariffario integrato (Stibm) ha portato i biglietti singoli della metro a costare 2 euro ma anche un allargamento notevole dell’area urbana, inglobando diversi Comuni dell’hinterland con vantaggi per i pendolari.
Non tutti, però. I cosiddetti ‘monomodali’, persone che utilizzano solo il treno e non tutti gli altri servizi integrati come metro e autobus, hanno visto aumentare l’abbonamento mensile da 46,50 euro a 70 euro al mese. Quindi il vantaggio che dà il sistema integrato a chi usa treno più metro, sfuma per i pendolari ‘solo ferro’. «I problemi nascono dal Comune di Milano che ha pressato l’Agenzia per il Trasporto pubblico locale (Tpl) – ha detto l’assessore regionale ai Trasporti Claudia Terzi (Lega) -. Questa fretta ha indotto l’Agenzia a lavorare male».
Ma la stessa Agenzia, nella figura del suo presidente Daniele Barbone , replica che: «Era noto fin da principio che la questione fondamentale da risolvere era costituita dal costo inferiore degli abbonamenti ferroviari rispetto a quello di tutti gli altri servizi di trasporto. Proprio per risolvere questo problema la legge quadro del settore di Regione Lombardia prevede che, per 5 anni dall’avvio dei nuovi sistemi tariffari integrati, ai titoli validi su tutti i servizi possano affiancarsi titoli validi solo su un singolo servizio. Regione Lombardia e Trenord hanno deciso di non avvalersi di tale possibilità. L’importante è ora si mettano a punto sistemi di rimborso».
Un rimborso che effettivamente Trenord ha reso disponibile, dichiarando in prima battuta che fosse valido per 9 mesi, per poi correggersi e assicurare che i mesi di rimborso saranno 12. Tuttavia la procedura è macchinosa e servono diversi documenti, c’è quindi il rischio che non tutti i pendolari ‘solo-treno’ riusciranno a usufruirne.
Noemi Tediosi