Ospedale di emergenza, salta l’accordo tra Regione e protezione civile

attilio fontana

L’ospedale di emergenza nell’ex Fiera di Milano? Non si può fare, almeno non per adesso e non alle condizioni su cui si stava ragionando inizialmente. «Ci è arrivata la risposta no – ha affermato il governatore della Lombardia Attilio Fontana durante la conferenza stampa di oggi – La protezione civile non è assolutamente nelle condizioni di rispettare quanto ci aveva promesso. Non ci può fornire i presupposti per realizzare questa sorta di nuovo ospedale. I loro beni non sono in una quantità tale da consentire di progettare una struttura come quella che avevamo pensato insieme anche a Fondazione Fiera Milano». 

Nei giorni scorsi, sia lo stesso presidente lombardo che l’assessore al Welfare Giulio Gallera avevano avanzato l’ipotesi di un maxi polo sanitario di emergenza in zona Portello, nei padiglioni 1 e 2 dell’ex Fiera di Milano. Un ospedale temporaneo sul modello di Wuhan, che sarebbe potuto diventare la grande terapia intensiva della Lombardia, e avrebbe ospitato 600 posti letto per questa emergenza Covid-19. Ora però i presupposti, che partivano proprio dall’accordo con la protezione civile, sembrano mancare.

Il presidente ha spiegato inoltre che si sta ancora ragionando per capire come muoversi. «Ci stiamo guardando intorno per recuperare i presìdi che servono. Speriamo che si riesca a trovare un’alternativa ma in questo momento, chiaramente, è estremamente difficile». Non è però un no definitivo e non si escludono possibilità di altro tipo, con il sostegno di enti diversi. 

«Inizialmente l’accordo era che noi avremmo trovato il sito, e la protezione civile i presìdi e i dipendenti – ha precisato Fontana -. Ma oggi ci hanno hanno comunicato di non poterci mettere a disposizione né l’una cosa né l’altra cosa. Noi perciò adesso ci stiamo interessando sul mercato internazionale per cercare di capire se riusciremo a trovare i letti di rianimazione necessari». E poi ha aggiunto: «Siamo in attesa, restiamo in contatto con alcuni fornitori e speriamo di ottenere risposte positive. Altrimenti, è chiaro che non si potrà fare».