Coronavirus, i GD scrivono al Governo: «Non siano i giovani a pagare la crisi»

Le federazioni dei Giovani Democratici del Partito Democratico hanno scritto una lettera al Governo affinché non chiuda gli occhi sulla situazione di tanti giovani.

«Con lo scoppio dell’emergenza Covid-19 – si legge nella lettera – tante Regioni hanno consentito, in alcuni casi obbligato, la sospensione o la terminazione anticipata dei tirocini, interrompendo il percorso e la retribuzione di quei tirocinanti. Non essendo lavoratori dipendenti, per loro non vi è nè cassa integrazione nè assegno di disoccupazione, e non sono beneficiari di alcuna forma di tutela emergenziale all’interno del decreto».

«Ora che la loro retribuzione e’ sospesa – denunciano i Giovani Democratici – in tanti devono comunque sostenere le stesse spese, che ricadono quindi sulle loro famiglie il cui reddito e’ stato in molti casi gia’ danneggiato dall’emergenza Covid».

Queste le motivazioni che spingono oggi che spingono oggi tante federazioni lombarde e d’Italia a inviare un accorato appello al Governo affinché Stato e Regioni si adoperino per incentivare la continuazione dei tirocini in modalità agile e, nel caso non sia possibile, che venga riconosciuto loro un reddito di emergenza o qualsiasi altro strumento all’interno del cosiddetto ‘decreto Aprile’.

«Non è giusto – afferma Paolo Romano, segretario dei Gd Milano – che a pagare il prezzo piu’ alto di questa crisi dobbiamo essere noi giovani. Il reddito di emergenza è un diritto che serve ad affermare la dignità del nostro lavoro. Si tratta di un bisogno sociale ed economico, ma è anche una necessità sanitaria per impedire che chi non può più pagarsi un affitto torni a casa con il rischio di portare il virus in famiglia».