Donne e violenza: in farmacia informazioni sul 1522 ma nessun «messaggio in codice»

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È stato sottoscritto l’1 aprile il protocollo di intesa tra il ministro alle pari opportunità Elena Bonetti e i presidenti della Federazione degli Ordini dei Farmacisti, di Federfarma e di Assofarm, per potenziare, attraverso il contributo delle farmacie, l’informazione per le donne vittime di violenza o stalking in questo periodo di emergenza Covid.

Durante la quarantena e ancora adesso, nella Fase 2, moltissime donne a cui viene usata violenza sono da sole in casa con i compagni maltrattanti. Nel mese di marzo sono stati infatti 716 i contatti delle donne al numero di aiuto 1522 (erano stati 670 nel marzo 2019), mentre dal 1 al 18 aprile 2020 sono saliti a 1037 (397 nello stesso periodo del 2019, secondo i dati del dipartimento alle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L’iniziativa prevede che le farmacie espongano un cartello informativo sul 1522. Allo stesso tempo, alle farmacie sarà distribuito un promemoria sulle principali informazioni da fornire alle donne vittime che desiderano uscire dalla situazione di violenza o stalking (chiamare il 1522, cercare i riferimenti dei centri antiviolenza sul sito 1522 o sulla app youPOL e in alcuni casi chiamare il 112).

I farmacisti però non si sostituiscono né alle forze dell’ordine né agli operatori dei centri anti violenza, limitandosi a fornire alcune indicazioni alle vittime di violenza o stalking. Anche la notizia di un messaggio in codice per richiedere aiuto non sarebbe attendibile. «’Voglio una mascherina 1522‘: basterà pronunciare questa frase al farmacista, per denunciare una violenza domestica», lo ha scritto su Facebook nei giorni scorsi il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini spiegando che l’iniziativa nasce da un accordo tra i centri antiviolenza e la Federazione farmacisti.

Ma lunedì dagli stessi centri antiviolenza è arrivata la smentita: «In merito alla notizia riportata ‘In farmacia chiedi la Mascherina 1522. La frase in codice per denunciare violenza domestica’, D.i.Re Donne in Rete contro la violenza (associazione nazionale che riunisce 81 organizzazioni che gestiscono centri antiviolenza e case rifugio in 18 regioni), precisa che non è stato sottoscritto alcun protocollo d’intesa tra D.i.Re e l’Ordine dei farmacisti in merito a una eventuale procedura per intervenire a supporto di donne che in farmacia chiedano la ‘Mascherina 1522’. Il Protocollo d’intesa firmato il tra il Dipartimento Pari opportunità e la Federazione Ordini Farmacisti Italiani (Fofi), Federfarma e Assofarm è finalizzato esclusivamente a indirizzare le donne vittime di violenza e di stalking al 1522, al fine di avviare un percorso di uscita da situazioni di criticità in ambito domestico. Le operatrici del 1522 possono a loro volta indirizzare le donne che chiedono aiuto ai centri antiviolenza della rete D.i.Re, che sono tutti mappati nel servizio. Ma questa è cosa ben diversa che annunciare un protocollo d’intesa con i centri antiviolenza e illudere le donne che, pronunciando ‘Mascherina 1522’ vengano messe direttamente in contatto con il centro antiviolenza del territorio».

La rete dei centri antiviolenza ha anche specificato che: «I centri antiviolenza della rete sono tutti rimasti attivi nel periodo di quarantena, hanno registrato un incremento delle richieste di supporto nel periodo compreso tra il 2 marzo e il 5 aprile del 74,5 per cento rispetto all’ultima rilevazione statistica disponibile (2018), e continueranno a offrire supporto qualificato a tutte le donne che ne facciano richiesta anche nella Fase 2».