Cinisello, l’avvocato di Trezzi: «Le risposte ruotano intorno a come si valuta l’interesse collettivo»

Occhi puntati sull’urbanistica di Cinisello Balsamo. A portare avanti l’operazione è stata la Guardia di Finanza di Paderno Dugnano. Venerdì 19 giugno all’ex primo cittadino di Cinisello Balsamo e attuale consigliere comunale Siria Trezzi, e al marito imprenditore Roberto Imberti, è stato notificato un provvedimento cautelare di arresti domiciliari.

Il provvedimento di custodia cautelare è stato revocato qualche giorno dopo, a seguito dell’istanza presentata dai legali dopo l’interrogatorio. Sono infatti venute a mancare le esigenze cautelari: inquinamento delle prove, fuga o commissione di altri reati.

Resta comunque in piedi l’impianto accusatorio: per entrambi l’accusa sarebbe quella di corruzione. «Le risposte di Trezzi – dichiara al Gazzettino il suo avvocato, Vinicio Nardo – ruotano intorno a come si valuta l’interesse collettivo. Se un’azione di espropriazione delle aree sarebbe stata più vantaggiosa o se, come sostiene Trezzi, fosse meglio una situazione che sistemasse entrambi i parchi. Risolvendo così un contenzioso che è tuttora in corso».

L’inizio delle indagini delle fiamme gialle risale al 2016, per i fatti accaduti due anni prima, quando la Trezzi era ancora in carica: l’allora amministrazione comunale avrebbe infatti proposto a due enti privati uno scambio. Il Comune avrebbe messo sul piatto 16 milioni e l’ex Ovocoltura, in cambio di alcune aree all’interno del Parco del Grugnotorto. Così facendo, nelle intenzioni dell’amministrazione comunale, le zone interessate del Grugnotorto sarebbero diventate aree verdi per la cittadinanza, mentre l’ex Ovocoltura sarebbe divenuta edificabile.

I provvedimenti inizialmente predisposti dalla Guardia di Finanza riguardavano anche altri due esponenti del Partito Democratico di Cinisello Balsamo. Uno dei due, Franco Marsiglia, all’epoca dei fatti era consigliere comunale mentre il secondo era assessore ai Lavori Pubblici, e attualmente segretario del Pd cinisellese Ivano Ruffa. Per entrambi era scattato venerdì scorso l’obbligo di firma, anche in questo caso revocato tre giorni dopo dal Tribunale di Monza. Il capo d’imputazione che riguarda Marsiglia e Ruffa è distinto da quello che riguarda Trezzi, Imberti e l’imprenditore.

«I due capi d’imputazione – precisa l’avvocato Nardo – non sono in concorso. Il dato comune è la presenza dell’imprenditore Cipelletti nell’uno e nell’altro capo».

Se l’accusa all’ex sindaco Trezzi è di aver favorito Cipelleti sulla spinta del marito Imberti (che avrebbe ricevuto delle promesse dall’imprenditore), il consigliere comunale Marsiglia avrebbe invece ricevuto una somma di denaro, mentre Ruffa soltanto la promessa, senza mai effettivamente aver ottenuto la somma.

L’ex primo cittadino di Cinisello Balsamo, nel frattempo, ha rimesso la delega di consigliere alla Mobilità di Città Metropolitana. Inoltre, sia Trezzi che Ruffa hanno deciso di auto-sospendersi da ogni incarico di partito.