Bresso, il sindaco vieta la vendita e il consumo di alcolici ‘in pubblico’ per tre mesi

Ragazze con birra, foto generica

Il sindaco di Bresso Simone Cairo ha vietato con un’ordinanza il consumo e la vendita d’asporto di bevande alcoliche e superalcoliche. Il divieto è valido dalle 17 alle 7 del mattino tuti i giorni, per quattro mesi, quindi fino a novembre.

L’ordinanza recita: «È fatto divieto ai cittadini di consumare bevande alcoliche e superalcoliche di qualunque genere su tutto il territorio comunale compresi parchi cittadini o altre aree pubbliche o aperte al pubblico». I negozianti non potranno più vendere bevande alcoliche d’asporto ai clienti dalle 21 fino alle 7 del mattino.

Per i cittadini colti sul fatto, la polizia potrà elevare una sanzione da 25 a 500 euro.

Il sindaco Cairo ha motivato così la sua decisione: «Dopo aver ricevuto diverse segnalazioni sulle situazioni più critiche ho deciso di applicare alcune norme più restrittive sul consumo e vendita di alcolici sul territorio di Bresso. È una ordinanza che dota le forze dell’ordine di uno strumento per intervenire nelle situazioni che si stanno ripetendo sia nei parchi che nelle vicinanze di alcuni locali di vendita. In particolare di sera. La sospensione temporanea della licenza commerciale è una leva per scoraggiare quei pochi commercianti che stanno provocando questa situazione».

Sinistra Unita Bressese, una lista cittadina di opposizione, si sta muovendo per far ritirare l’ordinanza: «Le misure adottate da questa amministrazione per contrastare il fenomeno della ‘movida’ appaiono inopportune, illegittime, difficilmente applicabili, intrise di moralismo e di voglia di fare propaganda sulla pelle dei cittadini e dei commercianti, piuttosto che risolvere i problemi della nostra comunità. Con questa ordinanza si è persa un’occasione importante di dialogo con la cittadinanza e in particolare con la fascia più giovane della popolazione. Ancora una volta i giovani sono considerati come alcolizzati, maleducati e portatori di degrado, senza interrogarsi invece sulla loro legittima richiesta di spazi adeguati a creare socialità e momenti di incontro.