Bresso, nuovo presidio dei comitati per dire ‘no’ alla vasca di laminazione

Non si arrestano le proteste dei comitati contro la costruzione della vasca di laminazione che sarà realizzata nel Parco Nord a Bresso. Lunedì mattina è stato organizzato un presidio dal Comitato No Vasca e dall’Associazione Amici Parco Nord per conto del Coordinamento Torrente Seveso.

Decine di cittadini si sono ritrovati nell’area verde di via Papa Giovanni XXIII e sul posto è intervenuto anche il sindaco di Bresso Simone Cairo. «Siamo preoccupati per la nostra salute – hanno affermato i rappresentanti dei comitati -. Avremo condizioni igieniche fortemente insalubri e questo a una trentina di metri da un centro abitato da 2.000 persone, a una cinquantina di metri da una scuola materna, da un asilo nido, da due parchi giochi e a qualche centinaio di metri da una scuola elementare. La salute è un diritto costituzionalmente protetto. Viene ribadito anche dalla cassazione che, accogliendo il nostro ricorso al Tsap, lo ha proclamato».

La preoccupazione dei comitati riguarda anche l’emergenza sanitaria attualmente in corso. «Con l’epidemia – spiegano – non possiamo permetterci di trascurare i rischi alla salute, che verrebbero amplificati con la costruzione della vasca e succederebbe già in fase di cantiere e di scavi. Numerosi studi parlano di correlazione tra polveri sottili e covid. Chi ci tutela? Bresso e tutti i quartieri del Nordmilano hanno registrato un numero altissimo di contagi e di persone gravemente malate. Sarà saggio voler realizzare proprio qui un progetto che renderà questa zona fortemente insalubre e molto più inquinata, sapendo che il virus viene scaricato nelle acque fognarie contenute nel Seveso e qui presenti prima di entrare nel depuratore?».

Il gruppo prosegue: «C’è la necessità di un intervento, da parte delle autorità per evitare che i cittadini subiscano azioni che possano essere contrarie alle normative di legge riguardanti la sanità e la salute pubblica. Una vasca di soli liquami dovrebbe avere una distanza obbligatoria da 200 a 400 metri, ma qui c’è molto di più che semplici liquami. Lo stato ecologico del Seveso nel 2018 permane tra scarso e cattivo fino a Paderno i dati di Bresso non sono pervenuti). La situazione del fiume dunque è lungi dall’essere migliorata».

«Al posto del bel laghetto tanto reclamizzato, ci troveremmo invece acqua stagnante, maleodorante, insetti Quale garanzia può quindi esserci, che la raccolta di 250.000 metri cubi di acque con qualità chimica ed ecologica tanto scarsa, che rimarrebbero stagnanti per un minimo di 35 ore fino a un massimo di 6 giorni dopo ogni piena, non determinerebbe una forte criticità igienico sanitaria a ridosso di un quartiere residenziale densamente popolato, di due scuole per l’infanzia, di due parchi gioco molto frequentati, di una scuola elementare?».

«I fanghi rimasti su pareti e fondo vasca contenenti inquinanti non possono essere smaltiti come rifiuti qualsiasi, ma come rifiuti pericolosi e la normativa prevede che vengano gestiti in modo separato, con operatori espressamente autorizzati da autorità competenti, e non certo facendo intervenire il servizio Amsa perché un getto d’acqua potrebbe solo diffonderli nell’ambiente circostante. I costi sarebbero elevatissimi. Non dimentichiamo inoltre che la tenuta della vasca non è garantita. Una contaminazione della falda porterebbe problemi all’acqua di tutto il Nordmilano», concludono i comitati.