Sesto, cinque famiglie del Residence Fiorani sono senza corrente da ieri

Sono cinque le famiglie sestesi che risiedono nel Residence Fiorani a essere rimaste senza corrente elettrica da ieri, presumibilmente a causa poiché le i nuclei non sono in grado di pagare le bollette. Nelle cinque famiglie ci sarebbero anche 12 bambini di cui uno di due mesi.

La denuncia arriva da Unione Inquilini, che attribuisce al Comune la responsabilità di aver staccato i contatori: «Cinque famiglie ricoverate nel Residence Fiorani dalla precedente amministrazione da ieri sono senza corrente perché, ci dicono, i contatori sono gestiti dal Comune che ha deciso di chiedere ad Enel di tagliare i fili (li hanno tagliati a tutte e dodici le famiglie che abitano nell’immobile). Sarebbe sicuramente stato possibile trovare una soluzione diversa, sarebbe stato possibile parlare con chi abita il residence, sarebbe stato possibile concordare forme di pagamento accessibili. La legge dice che non è possibile privare delle persone dell’acqua, della luce e del riscaldamento anche se non sono in grado di pagare le bollette e che i crediti vanno recuperati con iniziative specifiche. Gli amministratori di una città dovrebbero assumere decisioni responsabili, il sindaco deve per legge preoccuparsi della salute dei cittadini della città che amministra».

La risposta del Comune

Il Comune però, dichiara di non essere responsabile del taglio della corrente: «Il Comune non ha disattivato né disdetto le utenze elettriche presso le unità immobiliari di via Fiorani 46. Le unità immobiliari al piano 1 di via Fiorani sono intestate alla società Capior. Sono quindi loro responsabili della riattivazione delle utenze».

Per quanto riguarda la responsabilità del sindaco sulla salute pubblica dei suoi cittadini, l’assessore ai Servizi Sociali Roberta Pizzochera dichiara: «In via Fiorani nel 2016 vennero alloggiati da Fondazione Arca 9 nuclei familiari, molti dei quali provenienti anche da fuori Sesto, al costo di 1700 euro al mese per ciascun appartamento. I progetti avrebbero dovuto durare per 6 mesi, ma nel 2020 i 6 mesi sono superati abbondantemente. Queste famiglie permangono in quello stabile di proprietà di un’azienda privata che ha avuto rapporti contrattuali solo ed esclusivamente con Fondazione Arca. Sostenere che il Comune avrebbe staccato le utenze è una vera e propria calunnia. Le utenze le ha disattivate la proprietà con cui aveva rapporti solo Fondazione Arca, che non si è interessata dello stato delle famiglie. Lunedì sera la polizia Locale, intervenuta sul posto, ha proposto alle famiglie una sistemazione alternativa e temporanea nei mini-alloggi di Fondazione Pelucca che ha offerto subito ospitalità, ma le famiglie hanno rifiutato. Queste stesse famiglie devono quindi contattare la proprietà o fondazione Arca, promotrice del progetto, se intendono permanere in quello stabile e farsi riattivare le utenze. Precisiamo inoltre che circa un anno fa a un nucleo famigliare residente nel residence, questa amministrazione aveva proposto una sistemazione in housing sociale a Milano ma è stato rifiutato».

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