Sesto, Residence Fiorani: l’Unione Inquilini risponde punto per punto alle critiche del sindaco

Residence Fiorani Sesto San Giovanni

Il sindacato dell’Unione Inquilini di Sesto San Giovanni, che ha seguito le famiglie del Residence Fiorani risponde alle ‘accuse’ del sindaco Roberto Di Stefano.

L’Unione Inquilini analizza punto per punto tutte le critiche del sindaco: «Una famiglia delle cinque ospitate nel Residence Fiorani, con un reddito di 14mila euro ha acquistato un appartamento. Questo significa che nella famiglia qualcuno ha ottenuto un contratto di lavoro a tempo indeterminato e ciò gli ha consentito di aprire un mutuo che farà fatica a pagare con il reddito su cui può contare. D’altra parte lo scopo di accogliere la famiglia in un progetto sociale aveva proprio lo scopo di accompagnarla verso l’autonomia abitativa.

La famiglia con 12mila euro di reddito lordo aveva ed ha il diritto di presentare una domanda di casa a canone sociale e per questo è stata presa in carico in attesa dell’assegnazione di un alloggio che al momento dello sfratto non era disponibile. La famiglia più fragile è stata presa in carico dai servizi sociali solo dopo il distacco dell’energia elettrica perché è stata convocata presso gli uffici comunali per la prima volta venerdì scorso.

La cifra di euro 1.700 al mese per famiglia è stata pagata per un tempo limitato ed era comprensiva del canone di locazione, di tutte le spese e dei compensi agli operatori Arca che dovevano supportare le famiglie; tenuto conto che le famiglie sono state ospitate per 5 anni ne risulta alla fine un affitto mensile vicino al canone sociale.

I dati di cui parla il Sindaco non si riferiscono all’anno della presa in carico delle famiglie, ma alla situazione attuale; dato che il Sindaco domenica scorsa ha mobilitato la Polizia Urbana per recuperare documenti di identità delle famiglie del Residence e per svolgere indagini sulle capacità economiche delle singole persone dovrebbe informarci sulla loro situazione al momento in cui la commissione in deroga prevista dal Regolamento regionale ha valutato a suo tempo la loro condizione reddituale.

In ogni caso togliere la corrente è un’iniziativa vergognosa almeno quanto rifiutare un intervento per riallacciarla, che sarebbe stato per legge un preciso dovere del Sindaco, assente e omissivo anche in tale situazione, pur in presenza di un neonato. Riassumendo: hanno parlato nell’ordine l’Assessore ai Servizi Sociali, il Sindaco e l’Assessore alla Casa, dando ulteriore conferma di quello che sono le loro politiche. Una Giunta estranea alla cultura e ai valori antifascisti della città, che pratica scientificamente violente politiche di esclusione sociale dei poveri».