Legambiente: «serve un piano ‘verde’ per la Lombardia»

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«Dei 101 miliardi in arrivo dall’Unione Europea all’Italia nell’ambito del Recovery Plan, i fondi destinati alla Lombardia sono una somma interessante per dar vita a progetti utili per la Regione. Al contrario, però, è elevato il rischio che rappresentino un gruzzolo per la realizzazione di opere tutt’altro che adeguate alle esigenze del territorio», sostiene Legambiente, che ha condiviso alcune proposte nel dossier presentato ieri a livello nazionale.

«Una decisione complicatissima quella di scegliere una manciata di progetti da inserire nel dossier nazionale – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia –. Una difficoltà condivisa con i nostri colleghi in tutta Italia proprio per la quantità di interventi urgenti e necessari ovunque. Ci siamo concentrati, per ora, su quattro punti essenziali: trasporto ferroviario, navigazione pubblica, revamping dell’idroelettrico, bonifiche e sistemi verdi. Opere che i territori aspettano da tempo nonostante siano programmate».  

Sul fronte trasporti nel rapporto l’associazione indica come prioritario l’adeguamento dell’infrastruttura ferroviaria regionale, a partire dal raddoppio della ferrovia tra Mortara (PV) e Milano, la ferrovia che collega la Lomellina con il capoluogo lombardo, via Vigevano e Abbiategrasso e l’adeguamento della Lecco-Tirano,oggi a binario unico,anche in previsione dei giochi olimpici invernali del 2026.In seconda battuta il collegamento trasfrontaliero con la Svizzera, Austria e Germania, con il potenziamento della linea internazionale del Gottardo (Milano-Chiasso) e l’ammodernamento delle linee storiche che la collegano con Lecco e Bergamo; il raddoppio dei binari della Parabiago-Gallarate, per consentire il transito delle merci provenienti dalla Svizzera, dall’Alptransit, via Luino ma anche per agevolare i pendolari che ogni giorno viaggiano verso il capoluogo lombardo. Per completare il quadro, si rende necessario anche il TiBre ferroviario, via Piadena, per il trasporto merci tra i porti liguri e il Brennero. Non solo terra, anche via acqua le infrastrutture possono migliorare, con una navigazione laghi pubblica di linea efficiente come segmento importante del trasporto pubblico. Per questo prevedere una flotta ecologica e un servizio di linea al pari del TPL terrestre, con imbarcazioni dimensionate per limitare il moto ondoso, renderebbe possibile il servizio integrato con quello ferroviario e delle autolinee.

Nell’ambito della sicurezza idrogeologica il dossier sottolinea la necessità di attuare la bonifica di 2500 tonnellate di rifiuti abbandonati dell’ex Snia di Varedo e la realizzazione della vasca di laminazione per la sicurezza idrogeologica della Città di Milano.

Se si considera che quasi il 40 per cento delle risorse del Ngeu saranno destinate alla conversione ecologica, è chiaro come il comparto energetico sia prioritario. In Lombardia secondo Legambiente si rivela imprescindibile agire sul revamping e sulla messa in sicurezza del grande idroelettrico, come infrastruttura necessaria per supportare e dare continuità alla crescita di generazione da nuove fonti rinnovabili discontinue, come il fotovoltaico.

Non poteva mancare, infine, uno sguardo sui sistemi verdi. L’integrazione tra la conservazione e protezione della biodiversità e la gestione dell’agricoltura è una sfida centrale anche per la Lombardia. Il completamento della rete ecologica regionale e dei Sistemi Verdi è il primo passo da compiere, a partire dal Parco Metropolitano e Agricolo milanese, determinante nel miglioramento della qualità della vita della città diffusa e nell’opera di mitigazione dai cambiamenti climatici, per arrivare alla tutela effettiva delle aree alpine e del territorio rivierasco dei grandi fiumi e del Po attraverso l’istituzione di nuove aree protette. In particolare il Parco Metropolitano, da istituire e infrastrutturare con importanti interventi di forestazione e agroforestazione, assume il ruolo di infrastruttura cardine per la resilienza dell’intero organismo metropolitano, essendo il cuore del più denso sistema insediativo italiano, in cui si concentra il 10% dell’intera popolazione nazionale.