Giornata di sopralluoghi per i cantieri del prolungamento della metropolitana Rossa M1 a Cinisello Balsamo e Sesto San Giovanni.
Sembrava che il giorno non sarebbe mai arrivato ma finalmente questa mattina è stato inaugurato il cantiere per il prolungamento della linea Rossa, che passa da Sesto e Cinisello.
E proprio da Cinisello sono partite, questa mattina alle 9.30, le visite con l’assessore alla Mobilità di Milano Marco Granelli e il sindaco Giacomo Ghilardi. Un cantiere di fatto ancora fermo quello cinisellese, che sorge proprio sotto l’area Bettola i cui lavori di riqualificazione sono in stallo.
«Convocheremo a stretto giro un tavolo tecnico per far ripartire i lavori – ha assicurato il sindaco di Cinisello -. Il tempo trascorso rende più complicata la gestione dell’opera e delle varianti. Perciò è importante che vengano chiusi velocemente gli accordi tra l’impresa e la parte commerciale, per arrivare ad una soluzione operativa e di ripartenza del cantiere».
Scavatrici all’opera, invece, nel cantiere di viale Gramsci a Sesto San Giovanni, dove si sono dati appuntamento l’assessore Granelli e quello alla Mobilità di Sesto, Antonio Lamiranda. Un incontro che arriva dopo un mese di rapporti tesissimi fra i due comuni, proprio a causa dei lavori della M1, che sono culminati con una diffida da parte di Sesto al capoluogo meneghino.
«Forse è proprio grazie a questa ‘bagarre’ che oggi siamo arrivati a un’intesa per sbloccare le opere di superficie che erano fondamentali. L’area era completa da oltre un anno ed era fondamentale che ripartisse la viabilità in questa zona di Sesto», afferma l’assessore Lamiranda.
Le fasi di lavorazione per riaprire viale Gramsci sono 8, a partire da oggi fino a metà ottobre 2021 e rivoluzioneranno la viabilità sestese, con l’intento di alleggerirla. Intanto, per poter finalizzare l’opera da 167 milioni di euro bisogna risolvere il nodo Bettola (dove il parcheggio sotterraneo di interscambio ha fatto lievitare i costi). Allora i lavori potrebbero terminare entro il 2023, con ‘soli’ 8 anni di ritardo rispetto al cronoprogramma iniziale, che voleva l’opera terminata per Expo 2015.