Biopiattaforma: i Comuni cedono le quote di Core a Cap Holding

Il render del progetto della Biopiattaforma di via Manin

È stato firmato il 5 febbraio l’accordo di cessione delle quote di Core a Cap Holding Spa da parte dei Comuni di Sesto San Giovanni, Cologno Monzese, Cormano, Pioltello e Segrate, grazie al quale Cap ha acquisito il 79,2% del capitale sociale di Core Spa, con l’obiettivo di realizzare la Biopiattaforma al posto dell’inceneritore di via Manin a Sesto San Giovanni. Il progetto del valore di oltre 47 milioni di euro ha visto il 30 gennaio scorso l’autorizzazione definitiva da Città Metropolitana.

Si tratta di un’infrastruttura che unisce in un unico impianto un termovalorizzatore e un depuratore: la Biopiattaforma è l’unico termovalorizzatore autorizzato e realizzato in Italia negli ultimi 10 anni. L’impianto ospiterà un polo di ricerca avanzata che si è già assicurato un finanziamento di 2,5 milioni di euro grazie a un progetto europeo Horizon 2020 ed è stato progettato attraverso il percorso partecipativo BiopiattaformaLab, che ha coinvolto attivamente i cittadini e le associazioni dei territori.

«L’accordo firmato oggi rappresenta il coronamento di un percorso che sancisce il rapporto di continuità e condivisione instaurato con il territorio e le sue istanze, un dialogo reso possibile dal percorso partecipativo intrapreso due anni fa nella fase iniziale dell’iter progettuale – ha commentato il presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP, Alessandro Russo, all’atto della firma -. Quello che faremo nascere è un impianto all’avanguardia, che intende rispondere alle istanze europee in fatto di energia e ambiente e che può rappresentare per le altre regioni italiane un esempio da seguire. Soprattutto alla luce del grande percorso di rilancio che il Paese si appresta a intraprendere grazie ai fondi del Next Generation EU».

«La Biopiattaforma valorizzerà 65mila tonnellate di fanghi prodotti ogni anno dai 40 depuratori distribuiti sul territorio della Città metropolitana. Proprio i fanghi, che fino a oggi erano materia di scarto, in alcuni casi da portare all’estero per lo smaltimento, serviranno a produrre ben 11.120 MWh/anno di calore per il teleriscaldamento e recuperare fosforo da impiegare come fertilizzante. In questo modo, il 75% dei fanghi verrà trasformato in energia e il 25% in fertilizzante».

La linea di gestione della FORSU (il cosiddetto ‘umido’), tratterà 30mila tonnellate all’anno di rifiuti ora affidati a strutture esterne, provenienti dai Comuni di Sesto San Giovanni, Pioltello, Cormano, Segrate, Cologno Monzese e Cinisello Balsamo per la produzione di biometano, biocombustibile che riduce l’emissione di anidride carbonica del 97%.

L’attuale termovalorizzatore alle porte di Milano verrà dismesso e demolito nelle prossime settimane per dare inizio ai lavori di realizzazione del nuovo impianto che verrà reso operativo a ottobre 2022 con la messa in funzione della prima linea, e a marzo 2023 con l’esercizio di tutto l’impianto industriale.