La Pro Sesto deve giocare: domani in campo al Breda nonostante l’emergenza covid

«In un campionato così particolare può accadere davvero di tutto». Gli addetti ai lavori, ma anche gli appassionati, ripetono questa frase dall’inizio della stagione 2020/2021. Non solo in Serie C: questa considerazione vale, infatti, per ogni campionato professionistico. Tra tamponi, positività, match rinviati e giocati in situazioni completamente diverse, effettivamente, tutto può accadere e nulla può essere dato per scontato.

L’emergenza covid, come un treno in corsa, ha colpito all’improvviso la Pro Sesto. Dopo due sole positività emerse durante il ritiro, la stagione biancoceleste non aveva visto altri giocatori contagiati dal virus. Almeno fino a venerdì scorso, quando il ciclo di tamponi effettuato prima della partenza verso Olbia per lo scontro diretto salvezza contro i sardi ha fatto emergere due positività. Come da protocollo, il sabato i giocatori si sono sottoposti a un nuovo ciclo. Risultato: altri tre positivi, per un totale di cinque.


Su concessione dell’Olbia il match è stato rinviato, ma domani al Breda alle 15 arriva la Pergolettese. Il match è stato confermato, poiché avendo già usato la Pro Sesto il jolly del rinvio causa covid (il match con l’Olbia, appunto), ora è obbligata a scendere in campo, a meno che i calciatori disponibili siano inferiori a 13 (un portiere + 12 giocatori di movimento). Una situazione in cui al momento la Pro Sesto non si trova, anche se come dichiarato da mister Parravicini nelle ultime ore in un’intervista, le positività sono salite a 8 a cui si aggiungono anche 4 infortunati. Al netto di questo focolaio, la Pro Sesto dovrà reagire (obbligatoriamente) sul campo a questa emergenza. Sarà possibile?

La vera riflessione da fare in questo caso è un’altra. Ma è davvero così importante anteporre una partita di calcio alla salute pubblica? 8 positivi sono a tutti gli effetti un focolaio, le scuole vengono chiuse ma gli addetti ai lavori del mondo del pallone vengono messi a rischio. Evidentemente sì, perché il protocollo federale prevede questo. Il virus su un campo da calcio contagia meno che in un’aula. Con buona pace della Pergolettese e dei quattro arbitri che, domani alle 15, saranno in campo.