Cusano, un’aiuola e una targa per ricordare le vittime del covid

Sessantatré primule, una per ogni vittima cusanese del covid 19. Due file di colori: giallo e blu, bianco e rosso, a rappresentare le due associazioni che hanno fatto da traino in questo periodo di emergenza sanitaria, Croce Rossa e Protezione Civile. La piccola aiuola ‘spuntata’ un po’ a sorpresa davanti al palazzo comunale è stata inaugurata questo pomeriggio in occasione del primo anniversario del Coc, il centro operativo comunale aperto proprio il 5 marzo 2020 per fronteggiare l’emergenza. Data che coincide anche con il primo caso positivo a Cusano Milanino.

Oltre alle primule, in mezzo all’erba sorge anche una paulonia donata al Comune, la pianta del respiro, che ha la caratteristica di rilasciare nell’atmosfera una grande quantità di ossigeno ed è così diventata il simbolo della lotta al covid. Poi una targa, che porta gli stemmi degli enti alla guida del Coc e che recita ‘Monumento alla vita’. «Perché nonostante l’occasione sia triste, volevamo lanciare un messaggio di vita e di speranza», spiega il sindaco Valeria Lesma.

Per l’anniversario, è stato dedicato alle vittime del covid un breve momento di raccoglimento. Una cerimonia ‘in piccolo’ e non annunciata, per evitare assembramenti tra i cittadini, che ha visto la partecipazione del sindaco, dei rappresentanti delle associazioni, delle forze dell’ordine e del parroco. «Vogliamo ringraziare le forze dell’ordine e i volontari di Protezione civile e Croce Rossa – il commento del primo cittadino – Con questo momento di commemorazione, abbiamo voluto ricordare le vittime del covid, ma anche rendere omaggio in generale a tutti i cusanesi deceduti in questo anno, perché a causa della pandemia non hanno avuto un ‘normale’ funerale e non hanno potuto avere vicini i propri cari».

I momenti più significativi in questo anno di lotta al virus? «Sono stati parecchi gli attimi di tensione – afferma Loris Munizza, coordinatore della protezione civile -. Ma l‘immagine più forte che porteremo nel cuore sarà forse questo momento di raccoglimento. Da oggi, quando passeremo davanti al Comune, ricorderemo la parte più triste della pandemia e l’immenso valore dei nostri volontari; nessuno si è mai tirato indietro nonostante l’età, i rischi e la consapevolezza che potevamo finirci dentro tutti».

Dal 5 marzo 2020 tanto è cambiato, lo raccontano Luca Vatalaro, referente del Coc per la Croce Rossa ed Emilio Ghiringhelli, presidente Cri Area Nord Milanese:«Siamo più consapevoli, conosciamo meglio il nemico che abbiamo di fronte. È vero, si tratta della stessa malattia invisibile, ma con un po’ di esperienza fatta sul campo di battaglia possiamo agire in modo diverso, con meno paura. Ma anche noi volontari i timori li abbiamo, ognuno di noi ha una famiglia a casa da cui spera di tornare. Ma continuiamo a svolgere un grandissimo lavoro».

Anche i numeri delle emergenze gestite al Coc, oggi, sono differenti. Ma esattamente un anno dopo, il cambiamento maggiore anche nella Città Giardino è l’arrivo dei vaccini. «Garantiremo massimo supporto ad Ats e da sabato accompagneremo gli ultra 80enni non autosufficienti nel centro di via Lauro, per la prima dose di Pfizer – aggiungono i volontari – Ecco com’è cambiato e continua a cambiare il lavoro del Coc».