Cinisello, botta e risposta tra Gaymin Out e l’assessore Fumagalli dopo la bocciatura di due progetti Lgbt

Scoppia il caso politico a Cinisello Balsamo, dove l’associazione Lgbt Gayminout si è vista negare la possibilità di entrare all’interno del ‘Quaderno delle attività’, l’elenco delle iniziative che le associazioni stesse propongono con lo scopo di organizzare eventi o incontri per le scuole del territorio.

«Non avremmo voluto concludere così il mese del pride. Ma purtroppo è vero: i nostri progetti sono stati esclusi dalle proposte di laboratorio fra cui le scuole di Cinisello Balsamo potevano scegliere – spiegano da Gaymin Out -. L’esclusione è avvenuta nonostante il parere favorevole degli uffici competenti. Lo stop è arrivato infatti dall’assessore Gabriella Fumagalli. La motivazione? siamo un’associazione Lgbt e per questo portatori dell’ideologia del gender. Non si è nemmeno entrati nel merito dei due progetti, perché ‘non importa ciò che proponete, il problema è che siete un’associazione Lgbt’».

Dall’associazione proseguono: «Dopo questo episodio, ribadiamo l’importanza di sostenere il Ddl Zan, che ci avrebbe dato uno straccio di Legge per tutelarci da discriminazioni di questo tipo, del tutto arbitrarie. Siamo dispiaciuti anche per le maestre e i ragazzi a cui è stata tolta la possibilità di scegliere un’attività educativa sulle tematiche dell’uguaglianza di genere e del rispetto delle emozioni, delle identità personali e degli orientamenti affettivi. Nonostante tutto, ci prendiamo l’impegno, verso i nostri soci e tutta la comunità, di perseverare. Continueremo a proporre i progetti da inserire nel quaderno annuale delle attività. Anche se verranno bocciati, l’assessore se li troverà di fronte ogni anno. Perché questa ‘associazione Lgbt’ ha il diritto di esistere e di far sentire la propria voce come tutte le altre».

Immediata la replica dell’assessore Gabriella Fumagalli, interpellata sulla questione: «Il quaderno delle attività é un insieme di percorsi proposto dal mio assessorato, previa verifica dell’appropriatezza della proposta per il target dei destinatari, rispetto a una chiarezza e realizzabilità della proposta. Il tutto sulla base dei contenuti e della modalità di presentazione. Tra i criteri per presentare le iniziative c’è scritto che non vengono presi in considerazione i progetti appartenenti a specifiche ideologie. Nello specifico, la loro modalità prevedeva l’ingresso nelle scuole dell’infanzia delle draq queen. Questo non è un approccio neutrale alla tematica. Sottolineo infatti che il tema della parità di genere è assolutamente da affrontare nelle scuole, ma con degli esperti e dei professionisti che abbiano un background pedagocico solido e affermato. Questo vale non solo sul tema della parità di genere, ma anche sul benessere delle persone, sulla prevenzione al disagio: tutto ciò che noi proponiamo alle scuole avviene con cura e attenzione, le nostre scelte sono ben ponderate nella tutela di un’utenza così fragile».

Fumagalli, infine, chiarisce: «Come amministrazione stiamo lavorando per proposte su questi temi attraverso il coinvolgimento diretto delle famiglie: spetta a loro la scelta educativa, quindi non sono da tralasciare in queste decisioni. Il fatto che le proposte di Gaymin Out non siano state inserite non è una censura e non preclude a loro di proporsi alle scuole autonomamente: con loro ho avuto un confronto e mi ritengo sempre aperta e disponibile a incontrare le associazioni».