Sesto, la recinzione che ‘divide’: «Così Spazio Arte è ancora più isolato»

Il parco Sandro Pertini di Spazio Arte sarà presto recintato. Nei giorni scorsi è stata realizzata la prima recinzione sul tratto di via Cavallotti e su tutto il perimetro. «Anche a seguito delle segnalazioni dei cittadini, in merito a schiamazzi e atti di vandalismo, abbiamo deciso di dare una prima risposta concreta regolamentando gli accessi», ha spiegato il sindaco Roberto Di Stefano. Il parco adesso dispone di 14 accessi e gli orari variano in base alla stagione: dalle 7 alle 23 in estate e dalle 7 alle 21 in inverno, così come per le altre aree verdi della città.

Tra i prossimi passi ci saranno altri interventi sulla zona: «Abbiamo in programma anche di installare un sistema di videosorveglianza per garantire ancora più sicurezza all’interno del parco», ha aggiunto il primo cittadino. Una decisione però che non lascia contenti tutti.

Non tutti però sono d’accordo con gli interventi della giunta, che durante il periodo invernale impediranno l’accesso all’area e ai servizi che contiene. Fra questi cittadini Ida Spalla, ex presidente dell’assemblea delle associazioni e attuale presidente dell’organizzazione di volontariato culturale Dire Fare Dare: «È già doloroso vedere Spazio Arte chiuso, in stato di abbandono – commenta Ida Spalla -. Un luogo dove fino a pochi anni fa si susseguivano serate di musica, teatro, convegni, ma anche mostre, come quella indimenticabile, di livello internazionale, dedicata ad Uliano Lucas, fotografo che ha dedicato il suo sguardo anche alla nostra città. Un evento culturale organizzato dall’amministrazione stessa, così come la rassegna di eventi per il 75° della Liberazione, un unico grande progetto che narrava ai più giovani la storia dei loro nonni e delle loro nonne, dei cittadini operai che hanno costruito la forte identità di questo territorio, un evento che si è snodato tra Spazio Arte e i suoi giardini.

Sì, è già molto doloroso vedere che non c’è più nessun progetto culturale, che non si pensi alla crescita intellettuale di noi cittadini. Se poi vedi quei luoghi chiusi in un recinto per proteggerli dagli schiamazzi allora oltre al dolore ti assale la rabbia, perché ti accorgi che la città è in mano a persone che non hanno una visione della città che la valorizzi. Quel luogo è in quelle condizioni perché l’amministrazione stessa lo ha abbandonato e ora con la scusa della sicurezza lo chiude dentro ad una recinzione, isolandolo ancora di più. Vedremo se la recinzione risolverà i problemi di sicurezza, se soddisferà l’ossessiva e irrealistica corsa al “decoro urbano”, oppure se la costruzione di una “rete” di cittadini impegnati sul territorio non sarebbe stato un più efficace deterrente agli schiamazzi oltre ad offrire opportunità culturali e di socialità».