Appartamenti, box e conti correnti: la polizia esegue un sequestro a una ladra di appartamenti

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La Polizia di Stato ha eseguito nel milanese un sequestro di prevenzione nei confronti di una cittadina italiana di 30 anni con precedenti per reati contro il patrimonio quali ricettazione, furti in abitazione e rapine.

La proposta presentata dal Questore di Milano è stata accolta dal lTribunale di Milano, nella sezione Autonoma delle Misure di Prevenzione, che ha disposto il sequestro, eseguito dagli agenti della Divisione Anticrimine della Questura di Milano, di un monolocale, di un appartamento di 5 vani con annessi box e cantina e del deposito bancario, beni tutti intestati al convivente 31enne.

La donna fu arrestata nel 2017 in esecuzione di un mandato d’arresto europeo emesso dalla Pretura di Tiergargen nel 2014 perché gravemente indiziata di otto furti in appartamento di denaro e gioielli d’oro del valore di circa 70mila euro, tutti commessi nella zona di Berlino. Grazie al ‘guadagno’ illecito dei suoi reati, la donna ha mantenuto un tenore di vita agiato senza svolgere alcuna attività lavorativa, come ricostruito dagli accertamenti patrimoniali fatti dai poliziotti della Divisione Anticrimine.

Sotto il profilo della disponibilità, le unità immobiliari situate a Legnano, sebbene non intestate alla donna, devono ritenersi nella sua disponibilità in quanto intestate al convivente, padre dei suoi sei figli con cui vive sin dal tempo degli acquisti, e che pertanto è stato ritenuto dagli investigatori un suo prestanome: gli acquisti degli appartamenti effettuati nel marzo e nel maggio 2017 si inseriscono nell’arco temporale in cui la donna ha manifestato pericolosità sociale finalizzata alle accumulazioni patrimoniali (da luglio 2007 a maggio 2018).

La 30enne sarà ora chiamata a dimostrare la provenienza lecita del valore complessivo dei beni sequestrati altrimenti il sequestro si definirà in confisca, ragion per cui lo Stato acquisirà la titolarità dei beni, ‘ripulendo’ il mercato dai capitali illeciti che potranno essere reimpiegati nell’interesse della collettività.