In arrivo una tecnologia salvavita all’avanguardia per il 118

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La Società Italiana Sistema 118 (Sis 118), ha messo a punto un progetto che da vita ad una nuova dimensione della sanità, soprattutto in ambito emergenziale, parliamo del progetto SEUAM (Sanitary Emergency Urban Air Mobility) ideato e sostenuto con forza da Mario Balzanelli, presidente nazionale di SIS 118.

La ragion d’essere di questa operazione, risiede esclusivamente nel tempo, in quanto, la necessità assoluta è guadagnare minuti preziosi, perché è proprio il tempo la variabile determinante che, in emergenza, fa la differenza fra la vita e la morte, secondo le dichiarazioni di Balzanelli. Solamente un drone preparato appositamente per supportare le centrali operative del 118, potrebbe velocizzare in maniera esponenziale le operazioni di soccorso in situazioni di criticità estrema, permettendo di raggiungere dei traguardi mai superati nella storia delle emergenze sanitarie. Come riporta Ansa, il drone sviluppato per questa operazione si chiama A-pteron, ed è il frutto di 40 anni di esperienze, di progettazione e di certificazione di equipaggiamenti e prodotti aeronautici messi a punto dalla Caltec, consorzio aerospaziale campano, guidato da Carlo Villani Aquilino, e partner tecnici del progetto SEUAM.

Il drone, che ha una apertura alare di 2 metri, una velocità di crociera di 160 km/H ed un peso massimo al decollo di 25kg, potrà portare un carico utile netto di 2,5 kg, si parla di trasportare prodotti salvavita, come un defibrillatore automatico ove ci sia una persona con un attacco cardiaco, si immagina di poter portare in sicurezza sacche di sangue o di emoderivati in supporto a operatori sanitari e postazioni del 118 che debbano gestire in emergenza pazienti in grave stato di shock emorragico ed ancora si ipotizza la consegna di farmaci o antidoti necessari a pazienti localizzati in luoghi difficilmente accessibili ai normali mezzi di emergenza.

Un ulteriore valore aggiunto sarebbe la possibilità di cercare e visualizzare possibili vittime individuate in contesti o in aree nelle quali non sia possibile l’accesso per gli operatori del 118. I primi voli sperimentali che entreranno in funzione ad ottobre, seguiranno degli schemi precisi in differenti scenari operativi e a dicembre saranno presentati i risultati di soccorso su uno scenario simulato di arresto cardiaco, sia alla comunità scientifica sia alle istituzioni. Se i minuti guadagnati con l’utilizzo dei droni rispetto ad una auto medica contribuiranno fattivamente a salvare delle vite, si aprirà definitivamente una nuova frontiera sulle modalità operative del soccorso in emergenza. 

Flavia Pruner