Come crollò una democrazia: la marcia su Roma 100 anni dopo

È l’anno zero sul calendario del fascismo, il momento in cui è cambiata per sempre la storia italiana. Il 28 ottobre 1922 le camicie nere marciavano su Roma e oggi, a un secolo esatto di distanza, quell’evento viene ricordato per conoscere, comprendere e fare in modo che il concetto di democrazia non venga mai più incrinato. Per questo motivo, a Milano verranno inaugurate due mostre, ‘La marcia su Roma: Il crollo della democrazia in Italia’ e ‘Un sindaco fuori dal Comune: Angelo Filippetti’. La prima, allestita nelle sale del museo del Risorgimento (via Borgonuovo 23, Milano), resterà in esposizione fino all’11 dicembre. Attraverso l’esposizione di immagini, giornali, manifesti, fotografie e materiale documentario dell’epoca, illustra origine ed evoluzione della marcia su Roma.

Nella mostra emerge il ruolo da protagonista della città di Milano, in questo affondo storico-scientifico. «Se infatti Roma rappresentava il potere nazionale, Milano era stata la culla del fascismo – spiegano dal Comune di Milano – era la città dove il movimento era nato, dove il futuro Duce viveva da molti anni e dove aveva sede, in via Paolo da Cannobio, il suo organo di propaganda, il Popolo d’Italia, fondato da Mussolini dopo la rottura con l’Avanti!. Palazzo Marino, poi, fu il primo palazzo di potere che venne espugnato dalla violenza squadrista: il 3 agosto del 1922, pochi mesi prima della marcia su Roma, i fascisti cacciarono da Palazzo Marino la giunta socialista guidata da Angelo Filippetti: una sorta di ‘prova generale’ di ciò che sarebbe avvenuto a Roma».

Il progetto ‘Un sindaco fuori dal Comune: Angelo Filippetti’ resterà in esposizione fino al 13 novembre in Casa della Memoria (via Confalonieri 14, Milano) si concentra proprio su Milano, cercando di far luce sulle metamorfosi politiche e sociali che la città visse tra il 1892 e il 1922 partendo dalla prospettiva del sindaco Angelo Filippetti – medico, scienziato e socialista – il cui archivio è stato donato nel 2019 all’Istituto Parri.
Le due mostre, autonome ma strettamente connesse, sono curate da Fondazione Kuliscioff e Istituto Nazionale Ferruccio Parri in collaborazione con il Comune di Milano e fanno parte del palinsesto ‘Milano è Memoria’.

«Durante il periodo di apertura delle mostre – ha spiegato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi – sono in programma visite guidate, laboratori didattici, incontri pubblici con storici e studiosi, in modo da raccontare gli eventi che portarono al tragico trionfo del fascismo e della fine della democrazia in Italia. Temi attuali, perché la democrazia è sempre un bene delicato, di cui prendersi cura e la memoria è uno strumento fondamentale per farlo. Sapere come crollò la democrazia è un modo per proteggerla oggi e domani»
L’ingresso a entrambe le mostre è libero e gratuito.

Qui sotto una galleria fotografica con alcune immagini delle mostre