Caso Grugnotorto, Legambiente: «Da 40 anni dalla parte del territorio»

«Nei giorni scorsi il Tribunale di Monza ha emesso una sentenza, in primo grado, che individua in alcuni vertici politici e amministrativi del Comune di Cinisello Balsamo nel quinquennio 2013-2018 i responsabili del reato di corruzione per un complesso e rilevante procedimento di trasformazione urbanistica, che risulterebbe ‘condizionato’ dagli ingenti vantaggi accordati all’operatore immobiliare».

Comincia con queste parole la nota con cui la sezione di CInisello Balsamo di Legambiente, che insieme al Comune si è dichiarato parte civile nel processo, si è espressa dopo la condanna, arrivata dieci giorni fa, nei confronti dell’ex sindaco Siria Trezzi. Una scelta, quella di costituirsi parte civile, motivata dalla coerenza della sezione con una attività pluridecennale di difesa del territorio dalle aggressioni urbanistiche. «La Legambiente a Cinisello Balsamo si batte da sempre per fermare il consumo di suolo e la cementificazione, presentando proposte alternative, osservazioni alla pianificazione urbanistica, fino ad arrivare a presentare numerosi ricorsi che hanno contestato la legittimità procedurale anche delle trasformazioni che sono oggetto di questa recente sentenza. Fin dall’inizio della vicenda, risalente ad oltre un ventennio fa, Legambiente ha proposto per le aree destinate a Parco Grugnotorto l’istituzione di vincoli di inedificabilità e la loro completa destinazione a verde agricolo, senza purtroppo mai essere ascoltata. Tutto questo sarebbe potuto accadere senza alcun onere economico per il Comune e per l’intera collettività, per ridurre significativamente il consumo di suolo complessivo di una delle aree più densamente urbanizzate della Lombardia».

Conclude la nota di Legambiente: «Si è scelta invece la strada dell’acquisizione delle aree del Parco Grugnotorto (ora Parco GruBrìa) e, nel far questo, di associare a questi terreni un’ingente cubatura edificatoria che ha comportato un notevole guadagno economico per il proprietario. Tutto ciò ha così permesso di trasferire queste volumetrie dalle aree destinate a Parco all’intera città, già pesantemente edificata, con ulteriori pesanti edificazioni valutabili in decine e decine di nuovi palazzi: una modalità che Legambiente ha sempre contestato. A Legambiente sta a cuore il bene comune e lo stop al consumo di suolo. Su questo continuerà a vigilare e ad agire, come ha sempre fatto, senza guardare al colore politico dell’amministrazione locale di turno, senza fare sconti a nessuno».