Unimi, neuroscienze: scoperto come si determinano egoismo e generosità

L’Università Statale di Milano e l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) hanno completato uno studio sui topi, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Neuroscience. I dati della ricerca, potranno essere un importante supporto per individuare nuovi bersagli terapeutici al fine di controllare in maniera mirata, l’assenza di empatia e la conseguente chiusura in se stessi o l’eccessiva socialità, spesso sintomi riconducibili all’autismo o alla schizofrenia.

Cosa determina in un essere vivente l’essere generoso e altruista o l’impulso a manifestare un profondo egoismo? Il comportamento verso il prossimo è regolato da un circuito nervoso del cervello, che mette in comunicazione il cuore delle emozioni, situato nell’amigdala baso laterale, con la corteccia prefrontale considerata la regione delle decisioni. Diego Scheggia, il neuroscienziato che ha seguito e coordinato lo studio tra Università degli studi di Milano e l’IIT, dichiara che queste due aree del cervello sono intimamente connesse e come riporta Ansa: «Lavorano come una orchestra nel modulare le nostre scelte altruistiche o egoistiche: lo abbiamo scoperto grazie alla Chemogenetica che, attraverso l’uso di molecole permette di attivare e disattivare in maniera precisa singoli circuiti cerebrali».

Il neuroscienziato ha continuato a spiegare che, nel momento in cui sono state interrotte le comunicazioni inibendo i neuroni che trasmettono gli impulsi dalla corteccia all’amigdala, i topi hanno modificato il loro comportamento, rifiutando di condividere il cibo e quindi diventando egoisti. Inibendo, al contrario, i neuroni che trasmettono gli impulsi dall’amigdala alla corteccia, i topi manifestavano difficoltà nell’apprendimento assumendo in maniera casuale e fuori logica, comportamenti egoisti e altruisti senza schemi o motivazioni apparenti. Avendo individuato la causa neurobiologica che da luogo ad azioni altruiste o egoiste, il team di scienziati si è soffermata sull’influenza che possono avere i fattori socio ambientali sui comportamenti, appurando che quando i soggetti si conoscono e interagiscono tra loro, si ha una propensione verso un comportamento altruista, soprattutto se chi è affamato o chi ha bisogno è un soggetto subordinato. I comportamenti mutano e diventano egoistici quando i due soggetti entrano in competizione e appartengono a uno stesso status che li pone sullo steso piano.