Milano, Città Metropolitana porta la banda larga in tutte le sedi della protezione civile

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Banda larga alle sedi della Protezione civile e un ‘gemello digitale‘ per simulare i cambiamenti dell’ambiente naturale e rendere più efficace l’attività della Protezione civile. 

La Città Metropolitana di Milano guarda al futuro in un’ottica di territorio e sfrutta le competenze interne per generare valore al servizio della protezione civile. Nei giorni scorsi è stato siglato il Protocollo d’intesa tra la Città Metropolitana di Milano e il Comitato di coordinamento del volontariato di Protezione civile per la creazione di un digital twin che permette di replicare virtualmente il territorio e le sue caratteristiche per comprenderne l’evoluzione, effettuare simulazioni ed agire in maniera predittiva rispetto a possibili criticità.

Un progetto ambizioso che punta dritto al Metaverso e che si concretizzerà a partire dal 2023 con un primo, importante step: la creazione di una rete campus, ossia un incubatore di professionalità, per formare figure digitali specifiche a supporto delle attività del CCV- MI. Come spiegato durante la presentazione ufficiale, l’ente di area vasta metterà a disposizione del CCV-MI, nella sede dell’idroscalo (che funge da interconnessione e riferimento per tutte le realtà locali della Prociv) un accesso alla rete a banda ultra-larga (big internet) di 50 Giga, collegandolo a tutte le sedi degli ETS (Enti di terzo settore) afferenti ad esso. Potenzialmente, nell’area metropolitana, sono 115 le sedi locali della Protezione civile che potranno accedere a questa opportunità, beneficiando di una banda internet simmetrica da 1 a 10 Giga.

La Città Metropolitana di Milano, infatti, è stata antesignana nella creazione di una rete in fibra ottica di sua proprietà, che ha messo a disposizione dei Comuni e delle scuole del territorio e che punta ad ampliarsi sempre di più. L’ente di area vasta, inoltre, consentirà l’installazione, sui circa 55 tralicci di sua proprietà, delle periferiche per la radiotrasmissione della Protezione civile, supportando in caso di necessità gli Ets nella scelta degli stessi, nonché di sensori IOT preposti all’analisi in tempo reale degli elementi naturali e costruiti costituitivi del territorio. 

Non solo: la centrale dell’Idroscalo sarà anche collegata con i principali centri di ricerca nazionali ed esteri, tra cui il Cern di Ginevra, favorendo un interscambio costante di dati e informazioni, fondamentale per raggiungere l’ambizioso traguardo della realizzazione del “gemello digitale”.

Il progetto prevede lo sviluppo di un particolare algoritmo che, sfruttando tutti i dati disponibili della banca di informazioni Big data, permetterà di creare un modello virtuale del mondo fisico utile per effettuare simulazioni ed analisi predittive a supporto delle attività della Protezione civile. Un passo, quindi, in direzione del Metaverso, che permetterebbe di ridurre gli interventi dei volontari, ottimizzandoli. Un’operazione a costo zero per la Città metropolitana, grazie ad un project financing, il cui valore si aggira sui 2 milioni di euro.