Cenone di Capodanno, vincerà la crisi economica o il bisogno di convivialità?

Parliamo di numeri che, giunti alla conclusione del mese di dicembre, aiutano a fare dei bilanci su quanto gli accadimenti degli ultimi anni e in particolare del 2022 abbiano inciso sulla capacità di resilienza delle famiglie italiane.

Messi a dura prova dalla pandemia, ulteriormente provati dalla crisi economica, con l’inflazione alle stelle e il rincaro delle bollette, preoccupati dall’emergenza climatica, dall’inquinamento, dalle temperature pericolosamente alte, vigili su guerre che continuano a generare profonda incertezza in territori non troppo lontani, e allarmati da una soglia di nuova povertà che fa riflettere su un futuro che non da prospettive, con famiglie che hanno quasi azzerato le nascite e sempre più giovani che individuano in paesi stranieri percorsi di studio e di lavoro più gratificanti di quanto prospetta la nostra amata penisola, gli italiani scelgono di andare avanti, trascinati dal bisogno di festeggiare nuovamente la notte di San Silvestro.

Questa festa e in particolare il cenone che la caratterizza, che racchiude in sé tanti significati, è vista come augurio per il nuovo anno alle porte, nel quale, per l’immaginario collettivo, si dovrà concretizzare una ripresa economica che non può più tardare, e si desidera festeggiare la fine definitiva di una emergenza pandemica che ha stravolto gli equilibri geopolitici e economici del pianeta. 

Quindi si brinda e si mangia senza indugio per esorcizzare quanto successo e i dati forniti dalla Coop all’Ansa sugli acquisti delle famiglie, dimostrano il grande spirito di adattamento degli italiani. Sarà un Capodanno più costoso con l’inflazione alle stelle sui generi alimentari che, nonostante le offerte e le agevolazioni promosse dalla grande distribuzione, supera il 15% di rincaro, toccando il 21% nei discount. Ma gli Italiani non rinunciano alla qualità scegliendo quantità più ridotte e riducendo la varietà di cibi proposta in tavola con acquisti più mirati e contenuti.

Le tavole saranno più conviviali in risposta alla solitudine a cui il covid ha costretto negli ultimi due anni, la scelta verso la carne è maggiore rispetto all’acquisto del pesce, vincono i prodotti benaugurali come lenticchie, cotechino, zampone, frutta secca, uva e mandarini, e nel caso di prodotti ittici meno domanda per astice e aragosta. Poca richiesta per i preparati a favore della materia prima che a casa, grazie alle abilità culinarie acquisite durante i lock down e le restrizioni, viene lavorata e cucinata con grande successo. Questi i dati attualmente raccolti, augurandoci che il 2023 possa fornire degli indicatori in ripresa.