Milano, un libro per ricordare Gianni Brera a trent’anni dalla morte

Martedì 17 gennaio alle 17 a Milano, all’Arena Civica ‘Gianni Brera’, in sala Appiani, verrà presentato il libro dedicato proprio al giornalista e scrittore, morto nel dicembre del 1992.

La presentazione è organizzata dal direttivo di La CRO.S.S – L’Associazione Cronisti e Storici dello Sport, con la collaborazione del Comune di Milano, del CONI Lombardia, dell’USSI – Unione Stampa Sportiva Italiana, di LIMEC-Istituto a Ordinamento Universitario per Mediatori Linguistici e del CUS Milano. Il libro si initola ‘Per Gianni Brera l’Arcimatto‘ ed è a cura di Alberto Brambilla e Adalberto Scemma, pubblicato dalle Edizioni Zerotre.

«Trent’anni senza Gianni Brera – dichiarano da La CRO.S.S -. Riemergono dagli archivi della memoria le magie dell’Arcimatto, rivisitate dai contributi di amicizia e di affetto dei ‘Senzabrera’. L’immagine di Gianni Mura fotografa un mondo del giornalismo sportivo incapace di reinventarsi dopo che si è spenta la sua Stella Polare. Impossibile andare oltre Brera? Qualcuno può riuscirci ma non attraverso il linguaggio. Brera ha sortito un effetto valanga, dopo di lui la storia della lingua non ha più accolto sollecitazioni così improvvise, entrate così violente. L’attenzione che oggi gli viene riservata è la stessa che si deve ai classici. Rimane tuttavia, intangibile, l’onda creativa sollecitata dalla nostalgia. Ed è proprio questo il tributo più straordinario che l’Arcimatto continuerà a ricevere dai suoi ‘Senzabrera’.

Alberto Brambilla è membre associè dell’Equipe Littérature et Culture Italiennes (ELCI) della Sorbona e fa parte del Comitato scientifico per l’edizione nazionale delle opere di Carducci. Dirige la rivista internazionale Scritture e linguaggi dello Sport, edita da Serra, e (con Adalberto Scemma) i Quaderni dell’Arcimatto dedicati a Gianni Brera. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni, dedicate a nodi culturali tra Otto e Novecento (come ad esempio, l’irredentismo e la letteratura giuliana), a particolari fenomenologie letterarie (come la Letteratura popolare e in particolare il rapporto sport-scritture) e ai protagonisti della cultura italiana quali Pascoli, Carducci, Salgari, De Amicis, Novati, Croce. Negli ultimi anni si è occupato prevalentemente di letteratura novecentesca (in particolare Chiara, Saba e Sereni).

Adalberto Scemma è docente di giornalismo e letteratura sportiva all’Università di Verona. Ha vinto il “Premio Carlin” per i servizi sul Mondiale di calcio Mexico 86. E’ stato addetto stampa dal mondiale di Italia 90 e ha collaborato con la Federazione giapponese per il mondiale Japan-Corea 2022. Tra i suoi libri il romanzo L’Archipiero (Garzanti, 1984), La favola del Lago (Vallardi, 1985), Calciatori, lavori socialmente inutili (Sonda, 2001), Juantorena, la rivoluzione di corsa (A.S.S., 2015) con Roberto Borroni, Gli Invincibili di Bonimba (A.S.S., 2016), Quelli che correvano senza sapere il perché (Il Rio, 2018), Il Profe che insegnava a sbagliare (Fuorionda, 2020), Per Gianni Mura (Edizioni ZeroTre, 2021). Dirige con Alberto Brambilla i Quaderni dell’Arcimatto, studi e testimonianze per Gianni Brera (Limina-Fuorionda).