Intervista a Marco Alparone: «Il futuro è nelle aree industriali del Nordmilano»

Nove anni da sindaco di Paderno Dugnano, la sua città, e cinque da consigliere regionale durante la prima legislatura Fontana. Poi l’incarico di sottosegretario e ora la nomina a vice presidente e assessore al Bilancio di Regione Lombardia. Marco Alparone racconta quali saranno gli obiettivi dei prossimi 5 anni e quali i progetti prioritari per il Nordmilano, il territorio da cui proviene e che continuerà a essere il focus del suo lavoro.

Si ritiene soddisfatto del nuovo incarico?

Moltissimo. È il riconoscimento del mio percorso personale, il risultato del servizio di una vita: un riconoscimento arrivato prima di tutto dal mio territorio, che ha continuato a investire su di me. Questo da una parte è una responsabilità ma dall’altra rappresenta un grande orgoglio reciproco. Ho sentito grande affetto dalla mia comunità, durante la campagna e dopo. E il mio spirito non cambia: puoi essere il consigliere comunale della tua città, come quando ho iniziato far politica a Paderno, o il vice presidente della tua Regione. Mi guida sempre il desiderio di prestare un servizio. È stato molto importante per me anche aver ricevuto il riconoscimento del mio partito e la stima del presidente Attilio Fontana, che si è consolidata ed è cresciuta nel tempo.

Quale situazione finanziaria ha trovato al suo insediamento?

Venendo dalle esperienze in commissione bilancio e da sottosegretario, avevo ben chiaro quale fosse la solidità di questa Regione. I numeri raccontano delle storie, e ci raccontano la storia di una buona amministrazione, con un’alta liquidità e un bassissimo indebitamento. Tutto ciò si unisce a un territorio che è innovatore, sviluppatore, capace di creare opportunità. Noi, attraverso le risorse, dobbiamo accompagnarlo.

Quali azioni prevedete per questo accompagnamento?

Sarà centrale la programmazione europea. La Lombardia è stata la prima Regione a ricevere il via libera su Fse e Fesr e i primi bandi sono stati avviati già a settembre. Parliamo di 2 miliardi di euro di fondi europei per lo sviluppo regionale e un miliardo e mezzo di fondi sociali europei, risorse che rispetto alla vecchia programmazione sono quasi raddoppiate. Nei primi mesi abbiamo impegnato 900 milioni di euro, il che dimostra una grande capacità di mettere subito a terra la programmazione e farla diventare attività concreta sui territori. Significa offrire opportunità per il nostro tessuto imprenditoriale nel campo di internazionalizzazione, digitalizzazione e sostenibilità. Bisogna dare impulso al sistema produttivo, tenendo al centro il tema del capitale umano e puntando sulla formazione. Il dialogo tra la Regione e il territorio deve essere diretto e continuo.

Fontana ha parlato di una smart land lombarda. Che cosa si intende?

La necessità di rendere la Lombardia una Regione iperconnessa. Per questo bisogna prevedere investimenti infrastrutturali che non siano solo fisici ma anche digitali, con il tema della banda larga. Una Regione connessa significa maggiore sostenibilità e maggiori opportunità.

Quali sfide vi attendono?

In primis quelle legate alle Olimpiadi. Dobbiamo focalizzare quali sono le opere infrastrutturali da completare per il 2026 ma anche intraprendere un grande lavoro di promozione della Lombardia nel mondo.

La delega al Bilancio ha un’importanza particolare per lei. Cosa le ha lasciato l’esperienza padernese in questo senso?

L’azione più importante portata avanti da sindaco di Paderno è stata azzerare il debito di un Comune che, quando sono arrivato, ammontava a 25 milioni di euro. Il bilancio per me non è una mera lettura di numeri, ma la vera fotografia di quello che sei e che puoi fare. E i numeri non sono cose, sono persone. In questo c’è sempre l’attenzione di chi ha fatto il sindaco. Per poter progettare, costruire e andare avanti bisogna prima di tutto avere i conti in ordine. Poi si può iniziare a fare. Un Comune o una Regione solida ha la capacità di realizzare. Per fare tutto questo bisogna partire dal capitale più importante, quello umano. 

Quali sono gli obiettivi?

Dalle risorse bisogna creare le possibilità: più attrattività per i giovani, per i soggetti fragili, per gli anziani. La Lombardia deve continuare a essere un modello per le altre Regioni di Italia. Questo ci porta al concetto di autonomia, che diventa un’assunzione di responsabilità e che non vuol dire accaparramento di risorse: esattamente il contrario. Autonomia non è un concetto finanziario, ma è il desiderio di ottenere risultati migliori con minori risorse e con una gestione più attenta.

Quali sono le potenzialità del Nordmilano?

Il Nordmilano sta diventando un hub in cui creare nuove professioni, nuove industrie, puntando sulla coesione sociale. È un’area che ha nel suo dna l’essere Lombardia; in termini di innovazione, sviluppo e progresso. È un territorio che mi ha insegnato tanto perché ha in sé la possibilità di costruire futuro. In passato è stato il primo territorio che ha accolto, per la realizzazione di un progetto di vita. Quando noi tutti siamo arrivati nel Nordmilano – perché qui c’erano le opportunità – abbiamo trovato un tessuto che ci ha permesso di costruire i nostri percorsi. Anche sotto il profilo sociale, queste zone hanno un ruolo fondamentale: il sistema cooperativistico ha dato una prima risposta abitativa ai bisogni di chi arrivava. 

E ora?

Deve continuare a essere un modello di rigenerazione anche in questa fase di profonda trasformazione, da un punto di vista economico e soprattutto sociale. I grandi progetti di rigenerazione urbana che stanno trovando attuazione non devono mettere al centro le cose ma le persone. Le aree ex Falck diventano, come in passato, il cuore pulsante e l’asse di collegamento del Nordmilano. Qui sarà centrale il tema della ricerca, delle nuove professioni sanitarie, della formazione universitaria. Regione Lombardia deve continuare ad accompagnare questo territorio con investimenti mirati. La Città della Salute è una grande opportunità per tutto il territorio, e l’asse fra Città della Salute e Mind è fondamentale perché si basa sul concetto di innovazione, con una visione sempre più internazionale. La rigenerazione del Nordmilano deve avvenire nell’ottica della sostenibilità e della riqualificazione di aree industriali. Aree che, come ai tempi delle prime industrie Falck, ancora oggi, stanno costruendo il nuovo futuro.