Monsignor Michele Di Tolve ordinato vescovo in Duomo

Monsignor Michele Di Tolve, nella giornata di sabato 2 settembre nel Duomo di Milano, ha ricevuto l’ordinazione episcopale. Scelto lo scorso 26 maggio da Papa Francesco come Vescovo ausiliare della Diocesi di Roma, e successivamente nominato Rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore, monsignor Di Tolve ha ricevuto la consacrazione episcopale per l’imposizione delle mani dell’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, del Cardinale Angelo De Donatis, Vicario generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, e di monsignor Luca Raimondi, Vescovo ausiliare della Diocesi ambrosiana. 

Sull’altare i Cardinali Oscar Cantoni, Vescovo di Como, e Francesco Coccopalmerio, e numerosi altri Vescovi. Circa 200 i sacerdoti presenti, così come gremite erano anche le panche del Duomo, con la partecipazione, oltre che di parenti e amici, dei fedeli giunti dalle parrocchie che hanno avuto un legame particolare con il neo-vescovo (Lainate, Novate Milanese, Cassina de’ Pecchi, Rho). Insieme alla Cappella musicale del Duomo, ha animato la liturgia un gruppo di circa 100 coristi provenienti anch’essi dalle parrocchie dei paesi citati. 

Monsignor Michele Di Tolve, sacerdote ambrosiano ordinato nel 1989 dal Cardinale Carlo Maria Martini, dopo alcune esperienze come vicario parrocchiale e il periodo in Curia da responsabile del Servizio diocesano per l’Insegnamento della Religione Cattolica e del Servizio per la Pastorale Scolastica, è stato, dal 2014 al 2020, Rettore del Seminario arcivescovile di Milano. Dal 2020 era parroco delle chiese di San Giovanni Battista a Rho (MI) e di Sant’Ambrogio ad Nemus a Passirana Milanese di Rho (MI). 

Nella sua omelia, ispirata alle letture della Messa, l’Arcivescovo Delpini ha ricordato come «il ministero del vescovo e della Chiesa intera assume la concretezza storica di accogliere l’amicizia di Gesù e la sua gioia. Portare la pienezza della gioia a un popolo senza sogni che si accontenta di molto meno può essere una prova insostenibile se la pienezza della gioia non si alimenta dell’amicizia con Gesù». Rivolgendosi a mons. Di Tolve, l’Arcivescovo ha poi aggiunto: «Sappiamo che non ti spaventano le fatiche e le responsabilità. Ma in questo tempo in cui abita un popolo senza sogni, non il profeta solitario, non l’eroe protagonista, ma solo una comunità cristiana che vive intensamente la comunione con il Dio dei padri, solo una Chiesa santa, lieta, radunata nel celebrare i santi misteri può farsi carico della speranza dell’umanità e annunciare il compimento delle promesse di Dio».

Prima della benedizione finale, dopo avere percorso tra gli applausi la navata principale per salutare i presenti, è intervenuto dall’altare lo stesso mons. Di Tolve: «Ti ringrazio Dio per la tua Chiesa : solo grazie a lei ho potuto conoscerti, ho compreso che la vita è vocazione e fatto esperienza della tua tenerezza. Grazie per papa Francesco, testimone della tua vicinanza di tenerissimo padre ed esigente maestro. Grazie per la Santa Chiesa ambrosiana, a cui devo tutto: qui sono nato, ho ricevuto il dono del battesimo, ho imparato a non fare della vita un tesoro geloso. Grazie per l’Arcivescovo Mario, per l’esempio della sua dedizione e per la Parola che ci ha spezzato oggi».