Cinisello, il Pd contesta la scelta di togliere l’adesione a due reti

comune cinisello balsamo

Niente più adesione del Comune di Cinisello alle Reti ‘Coordinamento per la Pace in Comune’ e ‘Re.A.DY. – Rete Nazionale delle pubbliche Amministrazioni anti discriminazione per l’orientamento sessuale e l’identità di genere’.

A sollevare la questione è il Partito Democratico di Cinisello Balsamo: «La notizia, appresa dalla lettura dell’albo pretorio, lascia i consiglieri comunali del Partito Democratico, insieme al neo Segretario Andrea Catania e a tutte le iscritte e iscritti, senza parole. Il Pd è stato il promotore dell’adesione ad entrambe le Reti, rispettivamente nel 2003 (Delibera n. 58/03) e nel 2014 (delibera n.143/14). La Rete ‘Coordinamento per la Pace in Comune’ è nata in Italia nel 1986 per promuovere l’impegno dei Comuni, Province e Regioni italiane per la pace, i diritti umani, la solidarietà e la cooperazione internazionale. Tra sue le principali attività ci sono la promozione dell’educazione permanente alla pace e ai diritti umani nella scuola, l’organizzazione della Marcia per la pace Perugia-Assisi e delle Assemblee dell’Onu dei Popoli, la promozione della diplomazia delle città per la pace, il dialogo e la fratellanza tra i popoli, l’impegno per la pace in Medio Oriente e nel Mediterraneo, la costruzione di un’Europa delle città e dei cittadini, strumento di pace e di giustizia nel mondo. La Rete ‘Re.A.DY. – Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni anti discriminazione per l’orientamento sessuale e l’identità di genere’ è nata a Torino nell’ambito del Pride nazionale del 2006. Riunisce rappresentanti istituzionali di più di 300 pubbliche amministrazioni, tra Regioni ed Enti Locali da tutta Italia. La RE.A.DY offre alle amministrazioni locali uno spazio di condivisione e interscambio di buone prassi finalizzate alla tutela dei diritti umani delle persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender) e alla promozione di una cultura sociale del rispetto e della valorizzazione delle differenze.L’Italia, secondo il Rapporto ILGA-Europe del 2023, si colloca solo al 34esimo posto tra i 49 Paesi europei per quanto riguarda i diritti delle persone Lgbt e questo lo rende uno dei Paesi meno sicuri per una parte importante dei suoi cittadini».

Aggiunge la consigliera Pd Paola Gobbi: «Sembrerebbe che valori universali quali pace, dialogo e fratellanza e la tutela dei diritti costituzionalmente garantiti a tutti, senza distinzione di sesso, di razza (etnia) lingua, religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (art. 3 della Costituzione) siano solo belle parole per questa giunta, senza tradursi in azioni concrete, sulla scia di quanto già fatto da altre amministrazioni di centro destra sia a livello nazionale che locale. Prova ne è che strategie di sensibilizzazione avviate nel nostro Comune in passato, quali iniziative culturali come lo spazio per la letteratura Lgbt presso la Biblioteca Pertini, tra l’altro frutto di una donazione privata, o educative presso le scuole, quali un progetto per gli insegnanti per educare gli studenti all’inclusione, siano state cancellate già nel 2018».